Editoriale

Il ministro sui docenti: “Meritano 600 euro di aumento”. Governo tace su militari e poliziotti

Le dichiarazioni di stamane del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi segnano una svolta nella politica scolastica italiana. Sono evidentemente cifre inverosimili ma mai, almeno sinora, “sparate così grosse”. Chissà se i colleghi alla guida dei dicasteri Interno e Difesa enunceranno gli stessi importi anche per militari e poliziotti.

«Dobbiamo ammettere che per 30 anni sulla Scuola si è sbagliato tutto», ha dichiarato ai microfoni di Rai Radio1 durante la seguitissima trasmissione “Radio anch’io” il Ministro dell’Istruzione– «e non solo per l’emergenza pandemica. Non si può continuare a risparmiare laddove bisogna investire. Il Governo è con me in questo. Il Presidente Draghi mantiene le promesse. Costi quel che costi, dobbiamo investire per riaprire per sempre le scuole.

Secondo il Ministro «Insegnare (e studiare) sono impegni gravosi: per praticarli occorre qualità, non quantità: due cose i cui risultati sono inversamente proporzionali nell’istruzione. Costringere docenti e ragazzi a scuola nei mesi torridi, col surriscaldamento globale, sarebbe puro e semplice sadismo anche se intendessimo dotare ogni aula di aria condizionata e ogni scuola di piscina come nei College americani. Piuttosto dimostreremo ai docenti italiani la riconoscenza del Governo per il loro lavoro, essenziale per la vita di ogni democrazia, come diceva Piero Calamandrei, la cui memoria noi non abbiamo rinnegato. Ai docenti (e a tutti i lavoratori della Scuola, essenziali alla Scuola stessa) riconosceremo un aumento di stipendio di almeno 600 euro mensili netti. Ben al di sotto, lo so, di quei 1.200 che separano i docenti italiani dalla media dei colleghi europei. Ma è solo l’inizio».

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