Milano, 17 settembre 2016 – Non è abitudine di Domenico Ricci mollare la preda. In 33 anni di servizio al Nucleo Radiomobile dei carabinieri (è il più anziano della compagnia in via Monti), il segugio in divisa ha sempre portato a termine la missione. Stavolta, poi, c’era una motivazione in più a spingerlo: gli occhi terrorizzati di quella ragazza dal fisico esile e la faccia gentile piombata all’improvviso in un film dell’orrore. E quella promessa ai genitori: “Vi garantisco che lo prendo, dovessi metterci tutta la vita”. Alla fine, gli è bastato meno di un mese.

L’altra notte, il brigadiere capo è riuscito ad acciuffare Mamo Ceesay, ventiseienne gambiano senza fissa dimora e con svariati precedenti per stupefacenti accusato di aver aggredito una trentenne milanese all’interno del Parco Sempione per cercare di abusare di lei. Torniamo a quella sera del 22 agosto. La donna, che lavora come impiegata, è diretta alla stazione di Cadorna. Entra nell’area verde da un ingresso ancora aperto a quell’ora (siamo attorno a mezzanotte). Si sente sicura: è piena estate, poco davanti a lei c’è un gruppo di ragazzi. Le arriva una chiamata sul cellulare. Quando ripone il telefono nella borsetta, la trentenne si accorge di essere rimasta sola e accelera il passo. Le uscite, però, sono tutte sbarrate. E all’improvviso sente che qualcuno si sta avvicinando: è Mamo, secondo le indagini condotte dagli investigatori del Radiomobile, comandati dal maggiore Luca Necci. Il dramma si materializza in pochi istanti. “Ciao, ha bisogno? Ti serve un passaggio?”, il primo approccio. La donna rifiuta con decisione e fa per allontanarsi.

A quel punto l’uomo le si avventa contro: la trascina per i capelli dietro una siepe, la immobilizza tenendole un ginocchio sullo sterno e il collo stretto forte tra le mani e la denuda con violenza. Lei resiste con tutte le forze, si dimena e in qualche modo riesce a far desistere il balordo. Che si rialza, la deruba di portafogli e smartphone e scappa su una bici nera con venature grigie riverniciata di fresco. La donna si riveste e raggiunge una delle discoteche di viale Alemagna per chiedere aiuto; i buttafuori del locale allertano subito il 112. E qui entra in scena il brigadiere capo Ricci: “Stai tranquilla, lo prendiamo”, le giura. Da quel momento non passa notte senza che si piazzi con un suo collega nei pressi del Sempione ad aspettare che quell’uomo si rifaccia vivo. Inizio o fine turno che sia, Ricci è lì. In mano ha l’identikit del presunto stupratore (grazie alla lucidità della donna), in testa l’immagine di quella bici ripresa dalle telecamere di sorveglianza. E arriviamo a mercoledì notte: il brigadiere capo vede Ceesay e lo blocca, il gambiano gli scaglia contro la bicicletta ma ormai è in trappola; in tasca ha pure dieci dosi di marijuana. “È lui”, scoppia in lacrime la vittima riconoscendone il volto in un album fotografico. Poi si gira verso Ricci e gli sussurra: “Grazie, per me è finito un incubo”.