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FORZE DELL’ORDINE SPALLE AL MURO

La guerra che quotidianamente mette con le spalle al muro le nostre forze
dell’ordine non sembra avere senso. Mi spiego: leggiamo di malavitosi o di chi
— sul filo della criminalità — sfida sfrontato polizia e carabinieri e quando
questi sparano li si sommerge di critiche. E si tagliano pure i fondi per uno
stipendio degno. C’è qualcosa che non va.

IL CLIMA INTORNO ALL’ORDINE PUBBLICO non ci piace. Quel povero ragazzo di
Napoli è stato ucciso per errore, ma hanno incendiato le auto della polizia e
hanno costretto un militare dell’Arma a togliersi il cappello. Eppure
scappavano in tre sul motorino, pare insieme a un latitante. Una roba molto
rischiosa, però nessuno lo ricorda. Dispiace anche per Ciro, il tifoso «eroe»
caduto sotto i colpi dell’avversario romanista il 3 maggio scorso, ma secondo
l’inchiesta era anche lui nel pieno di una rissa, con il ferito a terra che
sparava. La colpa? Naturalmente di questore e prefetto: secondo gli ultrà se ne
devono andare e ci sarà pure qualcuno che starà ad ascoltarli. E poi i quattro
carabinieri presi a coltellate da un «povero» clochard tedesco. Forse ci chiederà
i danni la Merkel? Il segretario della Lega si fa vedere con la maglietta che
vuole sfoltire i corpi di polizia (sette, secondo lui). Il premier non trova i
soldi per gli stipendi degli agenti. No, non è un clima che ci piace.
Specialmente se è un coro e se nasce da verità rovesciate.

di Mauro
Avellini

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