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FORZE DELL’ORDINE IN SCIOPERO: “C’È RIMASTA SOLTANTO LA BANDIERA“

(di Matteo Langone) – “Ci è rimasta solo la bandiera”. Una battuta, quella del
segretario nazionale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) Stefano
Paoloni
, che rende perfettamente l’idea di quanto sia drammatica la
situazione all’interno delle forze dell’ordine, soggette da tempo ad una
mancanza di risorse che rischia di pregiudicarne l’operato.

Oggi l’80% del
corpo della polizia ha scioperato
 – ha continuato Paoloni – ma è come
se avesse aderito il 100% perché abbiamo dovuto garantire alcuni
servizi basilari
”.

Sono due i temi al centro della protesta: da un lato i
sindacati chiedono uno sblocco del tetto retributivo dato che,
al momento, gli agenti che avanzano in grado non ricevono alcun aumento di
stipendio, mentre dall’altro viene sottolineata la necessità di una
riorganizzazione dell’intero sistema delle forze dell’ordine.
L’Italia è l’unico paese
ad avere 7 forze di polizia 
– ha concluso Paoloni – ed è uno spreco di
soldi. Ce ne sono talmente pochi che alcuni colleghi si devono pagare
le divise di tasca propria
”. Parole al veleno anche quelle di Roberto
Tronca del Sappe (Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria) che denuncia
una situazione, se possibile, ancor peggiore: “Mancano i fondi per noi agenti,
ma non quelli per i detenuti.Ogni criminale costa 8 euro al giorno,
mentre noi siamo costretti a pagare di tasca nostra qualsiasi cosa, persino la
benzina delle volanti”.
Anche per quanto riguarda la
polizia penitenziaria, come per quella forestale, lo sciopero odierno ha
sfiorato l’80%, considerato il fatto che alcuni agenti hanno dovuto garantire
il servizio obbligatoriamente.Durante le tre ore di sciopero, gli agenti si
sono recati all’Avis per donare il sangue
, simboleggiando il fatto che,
nonostante gli stiano togliendo qualunque cosa, loro non rinunciano ad aiutare
il cittadino. Ma la protesta non si ferma qui: domenica, infatti, dalle
9.30 alle 19 tutti i corpi di polizia saranno in Piazza Trento e Trieste
 per
far sapere, più nel dettaglio, a tutti i cittadini la situazione di precarietà
nella quale operano.

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