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Forze Armate, Le criticità nel riconoscimento delle Pensioni Privilegiate: La soluzione proposta dalla Sanità Militare non risolve il problema

L’Ispettorato Generale della Sanità Militare ha inviato una lettera alle varie Commissioni Mediche Ospedaliere (CMO) per comunicare gli aggiornamenti procedurale relativi alla concessione delle Pensioni Privilegiate Ordinarie. In sostanza, è stata stabilita la possibilità per il personale che si trova a non più di quattro anni dal congedo per limiti di età di far pervenire alla CMO una domanda di ascrivibilità ai fini del futuro diritto alla prestazione, semplificando così i tempi di trattazione delle pratiche di concessione della PPO.

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Le criticità della soluzione prospettata dalla Difesa

Tuttavia, questa soluzione non risolve completamente le problematiche che si verificheranno soprattutto dopo la chiusura delle commissioni mediche di verifica ormai soppresse ormai il 1° giugno scorso. Infatti, le commissioni mediche non erano impegnate solo nel riconoscimento delle PPO ma anche nell’individuazione dell’idoneità al servizio e nel riconoscimento delle cause di servizio.

Inoltre, non tutti i militari che sono destinatari di PPO si congedano per limiti di età. Anzi è vero il contrario, si congedano prima. Alcuni vengono riformati a causa delle patologie contratte durante il servizio (quindi prima del limitare ordinamentale), mentre altri preferiscono congedarsi con il raggiungimento degli anni di servizio utili senza attendere il limite di età ordinamentale, soprattutto in considerazione delle patologie riconosciute ed invalidanti. Pertanto, ci saranno ancora diverse questioni da affrontare e risolvere per quanto riguarda la concessione delle PPO ai militari. In particolare, sarà necessario sarà importante definire procedure chiare e tempi certi per la gestione delle pratiche relative alle PPO, in modo da evitare lunghe attese e disguidi burocratici. Solo così si potrà assicurare il rispetto dei diritti dei militari che hanno dedicato la propria vita alla difesa del Paese, garantendo loro la giusta tutela economica e sociale per il futuro.

La Sanità Militare ha compreso il problema?

Sembra che ci sia una mancanza di comprensione da parte della Difesa riguardo alle problematiche da affrontare a seguito delle chiusure delle Commissioni di Verifica. Si è più volte suggerito, anche su queste pagine, di risolvere la situazione creando commissioni mediche alternative regionali ma la Sanità Militare non pare aver accolto favorevolmente questa proposta (peraltro prevista dalla legge e con un risparmio di costi, minore sacrificio per i militari e velocizzazione della trattazione delle pratiche ⇒ leggi qui la proposta). Solo una settimana dopo la soppressione delle commissioni di verifica, è stata emessa questa circolare che sembra non poter risolvere il problema in modo efficace. Un tentativo, timido e forse ininfluente.

La mancanza di comprensione della gravità della situazione genererà conseguenze deleterie per l’Amministrazione Difesa e per i militari. La questione riguarda la salute dei militari, che è di vitale e primaria importanza per la Difesa (o almeno dovrebbe esserlo). Le Commissioni di Verifica sono state chiuse senza fornire delle alternative efficaci, lasciando quindi una situazione molto precaria ed ingenerando una grande preoccupazione nel mondo militare che abbiamo più volte sottolineato. È necessario trovare una soluzione il prima possibile, in modo da garantire la salute dei militari ed il riconoscimento dei conseguenti benefici ed indennizzi nel modo più efficace, veloce e razionale possibile. Forse, a questo punto la questione dovrebbe essere affrontata dal Ministro della Difesa Guido Crosetto sperando, che almeno lui, abbia a cuore la salute dei militari.

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