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Forze Armate in Ampliamento: “Una riserva da 10mila uomini in caso di guerra”

L’Italia si trova di fronte a un crescente bisogno di rafforzare le proprie forze armate, come sottolineato dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Difesa. Durante un’audizione congiunta presso le commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera, Cavo Dragone ha evidenziato la necessità di un aumento significativo del personale militare per far fronte ai numerosi impegni internazionali, dall’Ucraina al Medio Oriente, passando per il Mediterraneo e l’operazione Strade Sicure in Italia.

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Una Riserva Ausiliaria per Momenti Critici

Un punto fondamentale dell’intervento di Cavo Dragone è stata la proposta di attivare una “riserva ausiliaria dello Stato“, composta da civili con esperienza militare pregressa. Questa riserva sarebbe impiegabile in tempi di guerra o crisi internazionale, nonché durante emergenze nazionali come eventi calamitosi. La riserva ausiliaria, secondo il Documento programmatico della Difesa per il triennio 2023-2025, potrebbe contare fino a 10.000 unità, con periodi di addestramento non invasivi per aumentare le capacità operative.

Addestramento e Impiego dei Riservisti

L’addestramento previsto per i riservisti sarebbe non invasivo e mirato a migliorare le capacità operative.  I riservisti potrebbero non essere inviati in prima linea: “Se si alimentano le seconde linee ci sono più militari di professione che possono essere impiegati nelle zone più a rischio”. Cavo Dragone ha quindi chiarito che i riservisti potrebbero essere impiegati principalmente in compiti di supporto, svincolando i militari di professione per operazioni più rischiose. Questo approccio è in linea con le pratiche adottate da altri paesi come Israele e Svizzera, citati dal ministro della Difesa Guido Crosetto come esempi di efficace utilizzo di riservisti.

Necessità di Maggiore Personale e Fondi

Il capo di Stato Maggiore ha inoltre evidenziato la necessità di un incremento di personale di almeno 10.000 unità rispetto ai 160.000 previsti, considerando l’intensificarsi delle tensioni internazionali, come la crisi di Gaza. “Altri passi in questa direzione sono di evidente necessità. Anche il modello a 160mila militari è ampiamente superato dalla realtà e realisticamente dobbiamo considerare almeno 10mila unità aggiuntive per il futuro”.

Investimenti e Modernizzazione

L’obbiettivo del raggiungimento del 2% del PIL in spese per la difesa è stato ribadito da Cavo Dragone, con un aumento previsto da 27,7 miliardi nel 2023 a 42 miliardi nel 2028. Questo incremento è necessario per finanziare i progetti contenuti nel Documento programmatico, incluso un nuovo modello di finanziamento dell’investimento fino al 2040.

Focus sulle Singole Forze Armate

Cavo Dragone ha anche discusso specificamente di ciascuna forza armata, sottolineando la necessità di modernizzazione e rinnovamento. Per l’Esercito, è stata enfatizzata l’importanza di acquisire moderni sistemi d’arma per le forze corazzate e artiglieria a lunga gittata. La Marina è impegnata nel rinnovamento delle infrastrutture e nel potenziamento delle capacità antisommergibili, mentre l’Aeronautica militare è coinvolta nello sviluppo di un caccia di sesta generazione attraverso il programma Global Combat Air Programme (GCAP), in collaborazione con Gran Bretagna e Giappone.

L’Italia si trova di fronte a sfide significative in termini di sicurezza e difesa, richiedendo un aumento sia del personale che degli investimenti. La proposta di una riserva ausiliaria dello Stato e l’enfasi sulla modernizzazione delle forze armate sono passi fondamentali verso un adeguamento alle esigenze contemporanee di sicurezza internazionale.

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