Carabinieri

Covid-19: migliaia di Carabinieri contagiati, poche centinaia di mod. ml/c per il riconoscimento di lesioni traumatiche

A fronte di 6.118 (seimilacentodiciotto) Carabinieri contagiati di cui 16 (sedici) caduti nell’adempimento del servizio a causa della stessa pandemia, sembrerebbe che i Comandanti di Reparto, sino alla data odierna,  abbiano compilato meno di un migliaio di Mod. “ML/C” per il riconoscimento della dipendenza di infermità/lesioni da causa di servizio.

Lo scrivono in una nota i delegati Co.Ce.R. Sez. Carabinieri il Lgt.cs. C. Caforio e l’App.s.qs. E. Cursi attraverso la quale forniscono alcuni suggerimenti e spiegano le cause dell’inadeguata interpretazione restrittiva che, a loro parere, continua a creare disorientamento, disparità di trattamento e crescente demotivazione nel personale…

A seguito della crisi pandemica Covid-19, l’Ispettorato Generale della Sanità Militare, attraverso una sua circolare, ha rimarcato l’equiparazione della causa virulenta a quella violenta chiarendo i criteri medico-legali imposti dalla normativa vigente per il riconoscimento di lesioni traumatiche mediante Mod. “ML/C”.

Partendo da questo presupposto, riteniamo che prima di affrontare la tematica  delle cause di servizio connesse ai contagi del personale militare da Covid-19, occorre fare una distinzione sostanziale tra un comune cittadino e alcune categorie di operatori pubblici che durante l’espletamento del loro dovere istituzionale, sono obbligatoriamente esposti a rischi costanti e concreti come ad esempio Operatori Sanitari, Forze dell’Ordine e Soccorso Pubblico.

Infatti, emerge chiaramente che le categorie appena citate, a causa del loro status, sono esposte ad un rischio specifico che risulta di gran lunga maggiore rispetto al rischio generico a cui è soggetto il resto della popolazione.

Questo sarebbe già sufficiente per far comprendere che nel nostro caso un Carabiniere, qualora rimanga contagiato, riunirebbe tutti i presupposti per il riconoscimento dell’infermità per causa di servizio mediante Mod. “ML/C” – naturalmente vanno esclusi tutti quei militari che contraggono il virus durante lunghe assenze dal servizio o posti in licenza speciale poiché ritenuti tra le categorie cosiddette più fragili e, dunque, sottoposti a particolari tutele.

In tale quadro, il Comandante di Reparto nell’ambito della sua autonoma discrezionalità, deve tener presente che il militare risultato affetto da Covid-19, è stato certamente esposto ad uno o più degli specifici rischi di seguito elencati:

  • ha svolto quotidianamente servizio istituzionale ed ha raggiunto la sede anche con mezzi pubblici;
  • nei giorni precedenti alla manifestazione della malattia,ha frequentato luoghi di lavoro ed ha incontrato un numero indefinito di persone e colleghi per motivi di servizio; 
  • non si è astenuto dal prestare il normale servizio ricorrendo a forme alternative previste per gli altri dipendenti pubblici;
  • ha indossato la mascherina chirurgica in distribuzione che non protegge dal virus chi la indossa ma evita l’eventuale contagio a terzi; (NB. Le tipologie FFP1, FFP2 e FFP3 sono sigle che classificano, a livello europeo, le maschere in base al loro potere protettivo; per semplificare il concetto possiamo dire che le FFP1 filtrano circa il 78% delle particelle di polveri, fumo e aerosol esterno, le FFP2 filtrano circa il 92-95% mentre le  FFP3 hanno un potere filtrante maggiore, quasi del 100%. Le tipologie 2 e 3 sono considerate le più efficaci nel contrasto al coronavirus mentre le mascherine chirurgiche impediscono esclusivamente la trasmissione del virus per chi le indossa ma non preservano dal contagio);
  • ha frequentato luoghi comuni quali mensa di servizio, uffici, armeria, spogliatoi; 
  • ha utilizzato autovetture di servizio ad uso promiscuo;
  • ha indossato dispositivi di protezione individuale ed ha maneggiato armi in dotazione di reparto;
  • all’interno del reparto di appartenenza si sono già verificati altri contagi.

Al contrario, sembrerebbe che gli stessi Comandanti, adottino interpretazioni tendenzialmente restrittive e personalizzate che si concretizzano in giudizi ingenerosi, spesso anche sfavorevoli, all’eventuale riconoscimento della causa di servizio del militare contagiato. Infatti, alla data odierna, risulterebbe che i Comandanti di Reparto, a fronte di 6.118 Carabinieri contagiati, abbiano redatto meno di un migliaio di Mod. “ML/C”.  

Una situazione evidentemente anomala che sta creando malessere e disorientamento nel personale il quale, non sentendosi tutelato, subisce ulteriore stress e demotivazione. Un evidente disparità di trattamento che spesso emerge non solo nell’ambito della compagine nazionale ma persino tra reparti amministrati dalla stessa Legione.  

Infatti, l’eccessiva ritrosia nell’avviare la causa di servizio mediante Mod. “ML/C”, pare che sia proprio riconducibile all’eccessiva rigidità adottata dai Comandanti di Reparto i quali, nella stesura del giudizio di competenza, sarebbero i primi a porre dubbi circa la genesi del contagio dei loro dipendenti, escludendone, apriori, la dipendenza da causa di servizio attraverso goffe e approssimative supposizioni peraltro non fondate su basi scientifiche.

Tale presupposto, oltre a sgretolare sin dal primo atto formale l’indispensabile benché presunto legame tra la malattia contratta come conseguenza del servizio svolto dal militare, sta diffondendo ulteriore malcontento e soprattutto incertezze nel personale che vive la pandemia come un nemico latente, indefinibile e particolarmente pericoloso anche per i propri familiari – si tenga presente che nella maggior parte dei casi in cui i militari hanno contratto il Covid, non esistono riscontri oggettivi idonei a stabilire con certezza, luogo, data e circostanza dove è avvenuto il loro contagio. Sulla base di questa teoria appare doveroso porci la seguente domanda: “se una pandemia difficilmente contenibile e di così vasta entità come quella Covid-19 che ha mobilitato i luminari della scienza epidemiologica mondiale i quali ancora oggi, dopo quasi un anno di incessanti studi e ricerche, non sono riusciti a delimitare con certezza i tempi di incubazione del virus, la distanza di sicurezza da adottare tra individui, il livello di protezione dei DPI che, a seconda del tipo e modello, forniscono una percentuale di protezione bassa, media o alta, come potrebbe un Comandante, privo di qualsivoglia cognizione medico/sanitaria, ESCLUDERE che la causa del contagio di un proprio dipendente non sia riconducibile a motivi di servizio???”

Al contrario, si ritiene che il servizio regolarmente prestato, esponga il Carabiniere ad un rischio specifico tanto da stabilire  “PIÙ PROBABILE CHE NON” cheil contagio da Covid-19 sia avvenuto nell’esercizio delle sue funzioni.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, sentito il parere della Direzione di Sanità, è pregato di intervenire tempestivamente nei confronti dei Comandanti di Reparto affinché compilino – senza ritardo –  il Mod. “ML/C” a favore del personale attualmente affetto da Covid-19, sia esso ricoverato in ospedale militare o civile compresi i casi di malattia domiciliare; contestualmente diramare indicazioni chiare e perentorie circa le disposizioni previste dagli artt. 2 e 3 del DPR 461/2001 che disciplinano le rimanenti opzioni.

Contestualmente si chiede l’opportunità di approfondire la tematica in argomento allo scopo di verificare i dati attualmente in possesso dalla Direzione di Sanità e chiarire quali sono stati i fattori che hanno causato l’eccesivo divario tra militari contagiati e modelli “MLC” compilati.

Nel ribadire la nostra completa e incondizionata disponibilità, l’occasione è propizia per augurare una pronta e completa guarigione a tutti i colleghi attualmente contagiati che continuano a combattere in silenzio contro la pericolosa malattia. Con gli stessi sentimenti rinnoviamo il  profondo cordoglio verso i familiari dei 16 (sedici) Carabinieri caduti in servizio e rendiamo gli onori a tutte le vittime appartenenti alle Forze dell’Ordine, alla Sanità e al Soccorso Pubblico che, insieme ai nostri fratelli,  hanno donato generosamente la vita per contrastare e contenere la pandemia che ha sconvolto l’intera umanità.   

I delegati Co.Ce.R. Sez. Carabinieri

Lgt.Cs. Carmine Caforio – App.s.Qs Enrico Cursi

fonte immagine web e pagina Facebook Arma dei carabinieri.

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto