Forze di Polizia

Contratto Forze Armate e Polizia: arretrati rinviati. Tutto quello che c’è da sapere

Il nuovo contratto collettivo per le Forze Armate e le Forze di Polizia è finalmente stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Una svolta attesa da tempo che però arriva con qualche ombra sulle tempistiche. Nonostante le buone intenzioni iniziali dell’Amministrazione, i pagamenti degli arretrati e l’adeguamento degli stipendi slitteranno di qualche mese, complicando una situazione già resa spinosa da ritardi normativi e tecnicismi burocratici.

Effetti retroattivi e ricadute economiche: cosa cambia davvero

La decorrenza retroattiva delle nuove misure, fissata al 1° aprile 2022, apre a scenari economici rilevanti. Gli effetti si estendono su più fronti: tredicesima, pensioni (tra cui TFS, trattamento ordinario e privilegiato), assegni alimentari e stipendi degli allievi. Un dettaglio importante riguarda anche il personale già cessato dal servizio, che potrà beneficiare pro-quota dei nuovi importi, a patto che il pensionamento sia avvenuto durante la vigenza contrattuale.

Come anticipato da Infodifesa, l’obiettivo di NoiPa era chiaro: recuperare il ritardo e garantire i pagamenti entro maggio 2025. Tuttavia, le cose hanno preso una piega diversa.

NoiPa in affanno: gli arretrati slittano a giugno, stipendi aggiornati solo a luglio

Inizialmente previsto per fine maggio, il cedolino straordinario contenente gli arretrati non arriverà in tempo. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del contratto è infatti avvenuta solo il 18 aprile 2025, lasciando pochissimi giorni utili per predisporre il pagamento.

I ritardi sono confermati: gli arretrati saranno pagati solo a giugno, mentre l’adeguamento delle tabelle stipendiali scatterà da luglio 2025. Parliamo di importi non trascurabili: gli arretrati netti partono da circa 720 euro, cifra che include già decurtazioni come:

  • Indennità di vacanza contrattuale (0,5% della retribuzione)
  • Anticipo del rinnovo contrattuale (pari al 3,35% della retribuzione lorda)

Un dettaglio che alimenta il malcontento: gli aumenti saranno percepiti con mesi di ritardo rispetto all’entrata in vigore formale del contratto.

Il nodo dei volontari: esclusi, per ora, dal pagamento

Un altro punto critico riguarda i volontari delle Forze Armate (Esercito, Aeronautica, Marina), ancora esclusi dagli adeguamenti stipendiali. In questo caso, è infatti necessario un decreto attuativo specifico per procedere. Fino ad allora, niente adeguamenti. Un’anomalia che genera ulteriori disparità tra il personale.

Arma dei Carabinieri: una gestione a sé

Particolarità anche per lArma dei Carabinieri, che si muove notoriamente con una gestione amministrativa autonoma. Il Centro Nazionale Amministrativo avvierà da maggio 2025 il pagamento degli arretrati per l’anno in corso, mentre quelli relativi agli anni precedenti saranno liquidati solo dopo la copertura finanziaria.

Il rinnovo contrattuale 2022–2024 rappresenta un passo avanti per il personale in divisa, ma il ritardo nella sua applicazione pratica ne indebolisce l’effetto positivo. Se da un lato è innegabile il beneficio economico — finalmente aggiornato dopo anni di attesa —, dall’altro le scadenze mancate e le esclusioni temporanee alimentano un senso di frustrazione.

Certo! Ecco la nuova versione del paragrafo richiesto, con tono più incisivo e pungente, e una conclusione rivisitata per chiudere l’articolo con maggiore impatto:


Arma dei Carabinieri: un salvataggio in calcio d’angolo che però non convince

Più che una nota dolente, la gestione dell’Arma dei Carabinieri somiglia a un salvataggio in calcio d’angolo: il Centro Nazionale Amministrativo promette il pagamento degli arretrati 2025 già da maggio, ma quelli degli anni precedenti slittano a data da destinarsi, in attesa della necessaria copertura finanziaria. Un meccanismo che, pur scongiurando il peggio, lascia l’amaro in bocca a chi ogni giorno garantisce la sicurezza del Paese con impegno e sacrificio. La macchina organizzativa, ancora macchinosa e divisa per compartimenti stagni, mostra tutte le sue crepe proprio nel momento in cui servirebbe chiarezza, equità e tempestività.

Promesse firmate, ma con l’inchiostro ancora fresco

Il contratto è stato firmato, gli importi rivisti, le tabelle approvate. Ma sulla pelle di chi indossa la divisa resta la sensazione di un’altra occasione gestita a metà. Gli aumenti arrivano, ma in ritardo; gli arretrati esistono, ma non per tutti; e la parità di trattamento, ancora una volta, resta un principio più invocato che applicato.

In definitiva, più che un traguardo, questo rinnovo sembra l’ennesimo giro di giostra in cui chi lavora per lo Stato si trova a dover aspettare che lo Stato lavori per lui.

Per chi sperava in una svolta decisa, per ora resta solo un’attesa ben confezionata. E un contratto nuovo, sì. Ma con il sapore di una vecchia storia.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto