Forze di Polizia

CONFRONTO CONTRATTO FORZE DI POLIZIA E INDICE PREZZI AL CONSUMO ISTAT

Dopo nove anni di blocco dei contratti è stato sottoscritto l’accordo negoziale riguardante le Forze di Polizia. Come giudicare? E’ forse il caso di partire dal 2010, anno in cui è partito il famigerato congelamento contrattuale e stipendiale.

Considerando l’indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati dell’ISTAT (F.O.I.) su base “100” nel 2010, secondo l’ISTAT l’incremento a dicembre 2015 era pari a 7,3 punti percentuali (fonte ISTAT). Quindi uno stipendio di 1.000,00 euro nel 2010 sarebbe dovuto essere di 1.073,00 Euro nel 2015.

Lo stesso indice F.O.I. è stato addirittura negativo -0.1% nel 2016 e nel 2017 ha fatto registrare un incremento del medio del 1,1%. (fonte Rivaluta.it). Considerando i dati ufficiali ISTAT, quindi, lo stipendio del 2010 di 1.000 Euro a dicembre 2017 sarebbe dovuto essere di 1.084 Euro.

In buona sostanza l’indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati FOI tra il dicembre 2010 e il dicembre 2017 è cresciuto di 8,4 punti percentuali.

Dovendo ahinoi premettere che il personale del comparto sicurezza ha pagato più di ogni altro il blocco stipendiale proviamo a ragionare sui numeri.

Tra il 2011 ed il 2015 su uno stipendio base di 1.650,00 Euro base la perdita del potere d’acquisto rispetto all’indice dei prezzo al consumo è stata di circa 120,45 Euro (7,3%). A questa perdita secca va aggiunta la perdita derivata dal blocco stipendiale (promozioni, assegno di funzione, ecc.) 2011-2014 che per il personale del comparto è stata molto più rilevante rispetto al resto del pubblico impiego.

Per il 2016 però le cose cambiano, in quanto l’indice dei prezzi al consumo è stato negativo (-0,1%) mentre le retribuzioni nette si sono incrementate di 80 euro al mese per effetto del bonus sicurezza. In questo senso lo stesso stipendio da 1650,00 Euro è di fatto stato di 1.730,00 con un incremento del 4,85%. Discorso simile può essere fatto per il 2017 tenendo presente che l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 1,1% (pari a 18,5 Euro) mentre il bonus ha avuto un effetto leggermente inferiore all’anno precedente (gli ultimi tre mesi 66 Euro per effetto della tassazione).

Il periodo 2016-2018 è stato poi assistito dalla IVC e dagli incrementi contrattuali previsti come arretrato per un incremento complessivo pari allo 0,36% per il 2016 ed al 1,09% nel 2017.

Possiamo dunque pacificamente affermare che la perdita secca del potere d’acquisto 2011-2015 è stata in parte compensata con il bonus sicurezza, anche se rimane il vulnus negativo del blocco stipendiale.

Come detto in precedenza, seguendo i dati dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT, lo stipendio di gennaio 2018 doveva essere rivalutato del 8,4% rispetto al 2010. Quindi sempre lo stipendio di 1650,00 Euro avrebbe dovuto essere para ad Euro 1.788,60 con un gap di Euro 138,60 Euro.

In questo senso, al netto dello spirato bonus sicurezza, e considerando gli incrementi derivati dal recente rinnovo contrattuale e dal riordino dei ruoli, possiamo affermare di non essere poi così distanti.

Com’è stato accolto questo sospirato rinnovo negli ambienti lavorativi (caserme/uffici)? A essere onesti, serpeggia delusione e amarezza, sicuramente in molti aspettavano qualcosa in più, inutile negarlo. Il motto che va per la maggiore o la formula matematica è: “” 40 riordino carriere + 40 rinnovo contrattuale meno 80 bonus = zero aumenti netti rispetto ad un anno fa! Mentre gli ufficiali/la dirigenza…””.

Però non credo sia giusto che il “Bonus 80” sia usato per drogare i conteggi matematici. Siamo tutti pronti a compiere la prova del “9”, il confronto dei cedolini, ma con onesta intellettuale questo confronto non dovrebbe essere fatto tra Marzo 2018 e Marzo 2017, bensì tra Marzo 2018 e Marzo 2015, solo così si avrà la piena contezza degli aumenti.

Certo si poteva fare di più, però permettetemi non sono pienamente d’accordo con questa semplificazione, usata da qualcuno in maniera alquanto strumentale. Si vedono delle tabelle orchestrate ad arte per puri scopi politico-propagandistici. A volte le situazioni non possono essere spiegate genuinamente con i numeri, soprattutto se messi in un ordine predeterminato al fine di far esaltare lo sfavorevole, e questo è forse il caso.

Altro elemento non trascurabile, sono gli strascichi di amarezza prodotti dal riordino delle carriere, che hanno prodotto terreno fertile nell’animo dei delusi.

Prima dell’inizio della tornata contrattuale io come tanti altri pensavamo che la cifra corretta/accettabile per accettare il rinnovo doveva portare ad un aumento di 200 euro nette (anche per recuperare la perdita del potere d’acquisto 2011-2015). Tra riordino e contratto siamo ancora sotto, però il periodo che viviamo (elezioni, instabilità e situazione economica) e soprattutto la possibilità di ridiscutere già nel 2019, mi portano alla valutazione complessiva del ”6 meno”. Concordo sulle motivazioni di chi ha firmato, con l’unico fine di dare quanto prima un po’ di ossigeno alle tasche del personale inaridite dal blocco quasi decennale. Il prossimo avrà tutto il tempo di dimostrare l’amore che nutre per le Forze dell’Ordine.

Serrecchia Emiliano Componente Direttivo FCS

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