Editoriale

COCER, FINALMENTE IN QUELLO DELL’ESERCITO RIPRISTINATA LEGALITÀ. IL PARLAMENTO PRENDA ATTO DELLA LEZIONE CHE ABBIAMO SAPUTO DARGLI ANCORA UNA VOLTA

“Finalmente all’interno del Cocer delle forze armate è stata ripristinata quella legalità che secondo il Consiglio di Stato fu violata l’11 luglio del 2012 quando il generale Paolo Gerometta, allora presidente del posto di votazione, permise la ripetizione del voto ad un delegato dichiarandone deteriorata la scheda elettorale che, in realtà, non lo era e quindi, contenendo l’espressione errata del voto, andava semplicemente e logicamente annullata.

Oggi, infatti, in attuazione della decisione dei Giudici amministrativi, si sono svolte le elezioni dei nuovi rappresentanti della categoria dei marescialli dell’Esercito in seno all’organismo centrale di rappresentanza dei militari, il Cocer. Elezioni che hanno visto la conferma solo del maresciallo Rossano Moracci.
A nome di tutto il Partito per i diritti di militari e forze di polizia formulo i migliori auguri di buon lavoro ai neo eletti marescialli Donato Gallina, Salvatore Micciché e Giulio Montesano ed esprimo la più viva soddisfazione per l’odierno risultato che mette la parola fine a più di quattro anni di dura lotta per l’affermazione della legalità, del diritto e dei diritto all’interno del Cocer. Una vittoria che seppure attesa e voluta con forza non è riuscita ad eliminare il gravissimo danno che ha rappresentato per i diritti di tutti i militari la concessione della proroga di un anno dell’attuale mandato della rappresentanza militare, voluta e approvata dai parlamentari del PD, nonostante l’illegittimità accertata dal Consiglio di Stato gli fosse già stata fatta notare durante i lavori della IV Commissione (Difesa) dalla deputata pentastellata Tatiana Basilio.
Il vertice dell’amministrazione militare, e lo dico con estremo rammarico, avrebbe fatto bene e meglio ad ascoltarmi con maggiore attenzione quando nell’agosto 2012 denunciai le irregolarità che sono state acclarate da un giudice e oggi sono sotto gli occhi di tutti, perché il prezzo pagato in termini di immagine e di risorse economiche è sicuramente elevato avendo coinvolto direttamente e negativamente il Presidente della Repubblica e il Parlamento.
Per questo motivo, affinché anche l’istituzione militare, in particolare l’Esercito, possa riacquistare quella credibilità che è venuta a mancare in questi quattro anni sul fronte dei diritti e della legalità ma che, come interlocutore dei nuovi rappresentanti dei marescialli, deve necessariamente avere, rivolgo, al capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico e a quello della Difesa, generale Claudio Graziano, il doveroso invito a segnalare senza indugio alle magistrature competenti la vicenda appena conclusa, affinché siano individuati i responsabili del danno arrecato all’Amministrazione militare, sia sotto l’aspetto erariale consistente nelle spese sostenute per le convocazioni dei militari chiamati ad eleggere i nuovi rappresentanti del Cocer, categoria B, della Sezione Esercito, sia per quello certamente più rilevante sotto il profilo penale per quanto concerne gli atti e le modalità di svolgimento dell’annullata procedura elettorale del 2012, e per gli inaccettabili comportamenti ed i pesanti provvedimenti sanzionatori adottati nei confronti del maresciallo Alessandro Mosti, quale autore vittorioso del ricorso straordinario.”.
Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm).

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