Polizia

CERTIFICATI MEDICI “ALLUNGATI”, POLIZIOTTI E MEDICI A GIUDIZIO

Sono stati indagati per truffa dalla Procura di Grosseto dopo essere rimasti coinvolti in un incidente stradale il 10 giugno 2014, mentre stavano andando a Firenze.

Tre poliziotti della postale di Grosseto e un medico, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Sergio Compagnucci. Secondo la Procura, i tre insieme al medico che aveva seguito le loro pratiche, avrebbero truffato lo Stato e le compagnie di assicurazioni. Con loro c’è anche un quarto poliziotto che ha chiesto l’ammissione all’abbreviato. Accusa, quella mossa dalla Procura, che è stata respinta fin da subito dai quattro agenti e dall’ortopedico, che avrebbero dovuto rispondere anche del reato di falso che avrebbe riguardato la perizia che era stata prodotta. Perizia che – hanno fatto notare i difensori degli imputati – non può essere considerata “falsa” proprio per sua natura, ma soltanto giusta o sbagliata. Una tesi difensiva, questa, che ha convinto il giudice per l’udienza preliminare che ieri mattina ha dichiarato il non luogo a procedere per questo capo d’accusa.

Umberto Del Grande, 56 anni, difeso dagli avvocati Riccardo Lottini ed Elena Antonetti, ha chiesto l’ammissione al rito abbreviato e sarà davanti al giudice il prossimo 5 marzo, mentre Sandro Costa, 52 anni (difeso sempre dagli avvocati Lottini e Antonetti), Alessandro Mazzi, 51 anni, difeso dagli avvocati Carlo Valle e Domenico Finamore), Paolo Fanteria, 49 anni, difeso da Carlo Valle, e Pierluigi Versari, l’ortopedico di 68 anni, difeso dagli avvocati Carlo Valle e Luciano Giorgi hanno invece scelto il rito ordinario e saranno davanti al giudice Gian Marco De Vincenzi il 26 marzo. La vicenda è cominciata con l’incidente stradale avvenuto il 10 giugno del 2014 sulla quattro corsie. Gli agenti erano in servizio e stavano andando a Firenze per partecipare a un corso di aggiornamento quando la loro Fiat Punto fu tamponata da una Fiat Daily nella galleria Vallombrosina. Tutti e quattro furono portati all’ospedale per accertamenti e seguì un periodo di convalescenza. Le indagini, coordinate dalla Procura di Grosseto (ieri in aula c’era il sostituto procuratore Marco Nassi), furono svolte dalla guardia di finanza. Ai quattro poliziotti è stata contestata la truffa sulla base dei comportamenti tenuti dagli agenti durante il periodo che era coperto dai certificati medici rilasciati dall’ortopedico Versari. Visite mediche e certificati erano tutti autentici: i poliziotti si erano recati più volte nell’ambulatorio del medico, come hanno dimostrato già durante l’udienza dell’anno scorso davanti al giudice Marco Bilisari, che aveva respinto la richiesta di sospendere dal servizio i quattro agenti e il medico, così come richiesto dal pm Salvatore Ferraro.

I poliziotti erano stati interrogati a lungo dal gip: sei ore ciascuno, durante le quali avevano fornito tutti i dettagli, sia sugli orari che sui giorni in cui erano avvenuti i fatti contestati. Fatti come partitelle di calcio, piuttosto che battute di caccia al cinghiale, attività di diving o frequentando qualche locale della provincia. Tutti avevano fatto presente già a Bilisari che le attività svolte, e contestate dalla Procura, erano comunque compatibili con lo stato della convalescenza: ad esempio le battute di caccia al cinghiale contestate a uno degli agenti sono state non più di quattro e tutte collocate necessariamente verso la fine del periodo di malattia, visto che l’attività comincia il 1° novembre e che si tratta di un’attività di attesa e non di movimento. Così come le partitelle di calcio disputate che la Procura ritiene sospette: anche queste si collocano alla fine del periodo di malattia e sarebbero state comunque poche e con giocatori di età ben maggiore e dunque con grado di agonismo bassissimo.

Impossibile poi, sempre secondo indagati e difensori, affermare che il frequentare locali pubblici sia stato incompatibile con la convalescenza.

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