Esercito

Avvicendamento al vertice della Sanità Militare tra tagli e malumori: urge un cambio di passo

Si è svolta ieri nella sede di “Villa Fonseca” a Roma, la cerimonia di avvicendamento nella carica di Ispettore Generale della Sanità Militare tra il Generale di Corpo d’Armata Medico dei Carabinieri Vito Ferrara, cedente, e il Tenente Generale Medico Carlo Catalano, subentrante.​

La cerimonia

La cerimonia di avvicendamento è avvenuta alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, unitamente ad altre autorità militari, civili e religiose.​

Il generale Ferrara


Il Generale Ferrara, specialista in Otorinolaringoiatria e Criminologia Clinica, con la cerimonia di avvicendamento, dopo un anno e mezzo alla guida della Sanità Militare, termina il servizio attivo lasciandosi alle spalle 50 anni di carriera militare iniziata come allievo della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli. Primo Ufficiale medico dell’Arma dei Carabinieri a ricoprire l’incarico di Ispettore Generale della Sanità Militare, nel corso del suo periodo alla Direzione di IGESAN è stato promotore di numerose iniziative a livello nazionale, internazionale e nel campo della formazione.​

Il generale Catalano

Il Tenente Generale Catalano che negli ultimi due anni ha ricoperto l’incarico di Direttore dell’Policlinico Militare “Celio” di Roma durante i quali la struttura ospedaliera ha efficacemente superato la fase critica di ripresa dalla pandemia da Covid-19, lavorando senza sosta per riattivare tutti i reparti e tutti i servizi, garantendo l’accesso alle cure ai numerosi pazienti, senza alcuna esclusione, nel corso del suo intervento ha espresso un ringraziamento al Generale Ferrara per il lavoro ad oggi svolto ed ha contestualmente illustrato le linnee programmatiche che intende porre in essere nel corso del suo mandato.​

Le criticità da affrontare

La cerimonia di avvicendamento alla guida dell’Ispettorato Generale della Sanità Militare si è svolta all’insegna della continuità e della condivisione di valori. Ma dietro il velo delle formalità si nascondono nodi irrisolti e criticità della sanità militare che il nuovo Ispettore Generale Catalano dovrà affrontare con urgenza.

La discussa circolare che prediligeva deroghe e proroghe piuttosto che soluzioni strutturali per snellire le attività delle Commissioni Mediche di Verifica, ha suscitato non poche perplessità. Così come la soppressione delle commissioni del MEF, con il trasferimento all’INPS, rischia di appesantire anziché velocizzare gli iter burocratici.

In un momento delicato, urge una svolta. La tutela della salute dei militari e delle forze dell’ordine deve tornare al centro dell’agenda della Sanità Militare. Il generale Catalano ha ora la responsabilità di traghettare il comparto verso una nuova fase, recuperando la fiducia degli operatori e del personale in uniforme.

Le parole sui valori condivisi pronunciate durante la cerimonia dovranno tradursi presto in azioni concrete. La “ricetta” invocata dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito per affrontare le sfide del futuro è chiara: meno burocrazia, più attenzione alle persone. La palla passa ora nelle mani del nuovo Ispettore Generale.

L’attenzione ai tempi di attesa

Non mancheremo di tornare sulla questione, per raccontarvi nel dettaglio le pesanti conseguenze di questa riorganizzazione: le attese estenuanti, che si protraggono per mesi se non anni, prima di poter essere valutati dalle ormai esigue commissioni mediche; commissioni che sono state inspiegabilmente diminuite invece che aumentate per far fronte alle necessità. E poi analizzeremo se questi disagi colpiscono indiscriminatamente, o se invece i tempi di attesa variano sensibilmente a seconda del grado e del ruolo ricoperto. Perché una cosa è certa: dietro il velo di uguaglianza formale si celano spesso disparità sostanziali. E i lettori di Infodifesa hanno il diritto di sapere se anche la tutela della salute segua logiche gerarchiche piuttosto che criteri oggettivi.

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