Carabinieri

Ammanco in cassa dei carabinieri, il caso passa alla Corte Costituzionale

Il procedimento contabile sugli ammanchi milionari registrato nelle casse della Legione Carabinieri Campania ha spinto la Corte dei conti regionale a chiedere l’intervento della Corte Costituzionale sulla proroga di un anno dello «scudo erariale». La sezione giurisdizionale, presieduta da Michele Oricchio, ha accolto la condiviso della competente Procura regionale della Corte dei conti, sollevato la questione di legittimità costituzionale e ha sospeso il giudizio disponendo la trasmissione degli atti alla Consulta.

Ora la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla questione di legittimità, relativa alla disposizione del d.l. semplificazioni. Lo scudo erariale limita in via transitoria ai soli casi di dolo – escludendo dunque la colpa grave – la responsabilità per i danni causati da coloro cui è affidata la gestione di pubbliche risorse, salvando solo le condotte omissive.

A sollecitare la rimessione della questione è stata un’istruttoria dei pubblici ministeri contabili Davide Vitale e Licia Centro, coordinati dal procuratore capo Antonio Giuseppone. «La norma – spiega l’ordinanza – è inserita nell’ambito della legislazione di tipo emergenziale, che aveva come scopo espresso quello di rispondere all’esigenza di gestione e superamento della pandemia da covid 19».

Essa, però, «si pone in contrasto con i principi sopra indicati, perché la sua portata ampia appare irragionevole nell’attuale sistema di pesi e contrappesi fondato sull’inscindibile binomio potere/responsabilità tipico anche del diritto euro-unitario».

La questione di costituzionalità è emersa quando la Procura contabile ha chiesto la condanna di sei carabinieri. Quella a titolo di dolo del cassiere della Legione Campania, e a titolo di colpa grave per chi avrebbe dovuto correttamente partecipare nonchè vigilare al procedimento di formazione della spesa, ossia i responsabili del servizio amministrativo e della gestione finanziaria. Per due dei sei convenuti, cui si ascrivono condotte «gravemente colpose», intervenute dopo il luglio del 2020 (entrata in vigore dell’articolo 21 del dl semplificazioni) si sarebbe potuto applicare lo scudo erariale. Per la vicenda si ipotizzano oltre due milioni spariti dai conti dell’Arma.

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