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ALFANO SI SVEGLIA: IDENTIFICATIVO PER I MANIFESTANTI NON PER LA POLIZIA

Sei
giorni dopo gli scontri al corteo dei movimenti per il diritto alla casa, il
ministro dell’Interno rompe gli indugi.

A quasi una settimana di distanza dai
tafferugli nel centro di Roma, dopo il botta e risposta istituzionale tra il
Capo della polizia Alessandro Pansa e il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro,
col primo che ha dato del «cretino» all’artificiere beccato dalle telecamerementre calpestava una manifestante, e il secondo che ha difeso l’agente,invitando a rendersi conto delle condizioni in cui i poliziotti lavorano, anche
Alfano si decide a parlare. Finalmente, a margine della presentazione dei
candidati Ncd alle Europee, il titolare del Viminale si schiera con le forze
dell’ordine: «È inaccettabile che il centro di Roma sia sottoposto a saccheggi
da chi sfascia vetrine e lancia sassi. Che cosa si vuole dai nostri poliziotti,
che dicano prego,
accomodatevi? O che difendano le nostre città? Gli attacchi di questi giorni
alla polizia sono inaccettabili, siamo dalla parte degli uomini e delle donne in divisa che difendono il Paese ogni giorno». C’è anche
un warning via tweet ai violenti: «Non vorremmo ci costringessero a vietare
accesso a centro storico».

Il
ministro dell’Interno brandisce le foto dei manifestanti più facinorosi,
intenti a saccheggiare il centro storico della capitale. «Queste sono immagini
che ho trovato sui siti. Questi sono i manifestanti, i bravi ragazzi che si
battono contro l’austerity e la precarietà. Guardate il ragazzo con il casco
nero e la fionda, questo è un altro idealista che studia filosofia e diritto. È
inaccettabile che sotto accusa finisca la Polizia», spiega Alfano ai cronisti
presenti, lamentando la «censura» della stampa sulle immagini dei violenti:
«Perché queste foto non vengono mostrate alla pubblica opinione?». Insomma, il
risveglio è tardivo, la vis polemica abbondante. Anche sul fronte del numero
identificativo Alfano chiude a doppia mandata: «Sono contrario. Se questi sono
i manifestanti, l’identificativo ci vorrebbe per loro, non per la polizia».
L’alzata di scudi incassa il plauso (e un po’ di sarcasmo per la tempistica)
dei sindacati di polizia.
Fdi, con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, non si accontenta delle «parole
molto tardive» del titolare del Viminale, e chiede ad Alfano le dimissioni del
viceministro dell’Interno con delega alla pubblica sicurezza, Filippo Bubbico,
critico con la polizia all’indomani del corteo: «Alfano dimostri con i fatti di
stare dalla parte dei tutori dell’ordine e non col suo vice che con il suo
agire fa da sponda alla sinistra».

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