Esteri

Agguato a due poliziotti a Los Angeles. Trump “Killer animale che merita la pena di morte”

Si tratta di un vero e proprio agguato quello di cui sono state vittime sabato sera due vice sceriffi della contea di Los Angeles, un uomo e una donna, raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco mentre si trovavano all’interno della loro vettura di servizio. «Entrambi stanno lottando per le loro vite», riferisce il dipartimento dello sceriffo. «Speriamo che muoiano», urlano davanti all’ospedale dove sono ricoverati in condizioni critiche dimostranti accecati di rabbia. «Animali che devono essere colpiti duramente!», tuona Donald Trump in un tweet in cui condivide il video dell’agguato chiedendo la pena capitale per il killer se gli agenti dovessero morire. Per il rivale democratico alle presidenziali Joe Biden «questa sparatoria a sangue freddo è inconcepibile, la violenza di ogni genere è sbagliata».

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Il presidente è atteso oggi in California per una visita nelle aree interessate dai devastanti roghi che interessano la costa occidentale, ma a questo punto la presenza sul posto sarà anche l’occasione per rilanciare la sua retorica ispirata a “law and order” in risposta ai disordini causati dalle perduranti tensioni razziali. Gli stessi iniziati il 26 maggio scorso dopo l’uccisione dell’afroamericano George Floyd in seguito al suo violento arresto da parte di quattro agenti bianchi.

Questa volta, tuttavia, l’operato della polizia non c’entra. Le immagini dell’imboscata avvenuta a Compton, 25 km a sud di Los Angeles, contenute in un video diffuso dalle forze dell’ordine, mostrano una persona di bassa statura, armata e col viso coperto da un cappellino da baseball, avvicinarsi alla vettura di servizio ferma a una stazione della metro e aprire il fuoco a sangue freddo contro il finestrino, prima di darsi alla fuga. I due vice sceriffi, un uomo di 24 anni e una donna di 31, sono rimasti feriti gravemente.

Subito dopo l’attentato è scattata una gigantesca caccia all’uomo con il coinvolgimento dell’Fbi. Nel frattempo alcuni dimostranti hanno manifestato la loro rabbia non nei confronti dell’aspirante killer, ma verso gli agenti colpiti, come mostrano le dimostrazioni davanti all’ospedale.

A Los Angeles gli animi si erano infuocati due settimane fa con l’uccisione di Dijon Kizzee, 29 anni, cittadino afroamericano fuggito dopo che la polizia aveva tentato di fermarlo mentre andava in bicicletta, e freddato in un inseguimento – dicono le forze dell’ordine – durante il quale aveva preso a pugni in faccia un agente e gettato dei vestiti tra i quali era spuntata una pistola. Il tutto qualche giorno dopo i fatti di Kenosha, in Wisconsin, dove Kyle Rittenhouse, miliziano 17enne, ha ucciso due dimostranti di Black Lives Matter, e quelli di Portland, in Oregon, dove Aaron “Jay” Danielson, l’attivista trentanovenne del gruppo di estrema destra Patriot Player è stato ucciso da un militante Antifa. Una striscia di violenza destinata ad autoalimentarsi oltre a rendere sempre più infuocata la campagna elettorale in vista del voto del 3 novembre.

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