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ACCORPAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA: TUTTO RINVIATO

Il
governo Renzi starebbe lavorando a una riforma per realizzare una fusione tra
Finanza e carabinieri.
Questa
è l’indiscrezione lanciata in esclusiva dal quotidiano La Stampa il
2 ottobre.

La
notizia ha subito suscitato molte critiche ma anche la pronta risposta da parte
di Emanuele Fiano, il responsabile sicurezza nella segreteria del Partito
democratico che ha specificato: «In merito a quanto apparso oggi su alcuni
media smentisco decisamente che la segreteria nazionale del Pd abbia affrontato
o ventilato il tema dell’unificazione delle forze di polizia o di altri corpi
dello Stato. Non lo ha fatto il segretario, non lo ha fatto la segreteria».
«UNA RIVOLUZIONE PER LE POLIZIE». Secondo il giornalista Francesco
Grignetti si tratterebbe di «una rivoluzione nel campo delle polizie,
un’operazione degna di quella grande riforma che nel 1981, auspice Francesco
Cossiga, portò alla smilitarizzazione della Ps».
Il
provvedimento porterebbe la Polizia ad assorbire la Forestale e Penitenziaria
mentre una fusione sarebbe prevista tra i Carabinieri e la Guardia di Finanza.
Quindi dagli odierni cinque corpi di polizia si potrebbe scendere a due.
Nell’articolo
si legge: «L’idea è di cominciare il 15 ottobre, con la Legge di Stabilità, che
prevederà la confluenza della Forestale nel Dipartimento di Ps. Il resto vedrà
la luce nel corso dell’anno prossimo con un ddl di riforma».
Si citano inoltre le parole dello stesso Fiano che, al termine dell’ultima
riunione della segreteria del partito, aveva detto: «Si è fatto un ragionamento
complessivo sul modello di sicurezza».
IL
PROBLEMA: L’INAMOVIBILITÀ DEI CAPI.
 Stando
a quanto riporta il giornale torinese si sarebbe svolta una lunga discussione
riguardo: alla necessità di ridurre gli sprechi, dovuti anche all’eccessivo
dispiegamento di mezzi sul territorio, e alla questione dell’inamovibilità dei
capi.
La
legge infatti prevede che i responsabili di più alto grado non possano essere
rimossi dai loro incarichi, salvo in casi eccezionali.
Al quel tavolo presieduto da Matteo Renzi si sarebbe posto anche il problema
inerente la durata del mandato dei vertici dei due corpi di polizia, che
rimarrebbero a disposizione.
Sarebbe
stato ipotizzato un mantenimento della carica per un periodo compreso tra i tre
e i setti anni.
Tutti
i dettagli sarebbero ancora da decidere, ma il principio generale sarebbe di
non nominare per quelle mansioni generali o prefetti giovani.
Scegliere soggetti vicini alle pensione, con buona pace del merito,
permetterebbe infatti di evitare il pericolo che l’incarico venga mantenuto per
troppo tempo.
PREVISTI
INGENTI RISPARMI.
 A
conti fatti i presunti tagli sarebbero utili alle casse dello Stato. Ad esempio
se i sette mila agenti del Corpo Forestale transitassero entro la fine
dell’anno nei ranghi della Polizia di Stato, da subito sarebbero cancellati:
l’incarico del comandante generale con il suo stipendio da 320 mila euro, il
suo staff, lo stato maggiore insediato a Roma e i 20 comandi regionali esistenti.
Altri
risparmi verrebbero anche dall’accorpamento della logistica, degli acquisti,
della manutenzione dei mezzi e delle sedi periferiche.
Sarebbe
invece più difficile definire i termini per la confluenza tra la Guardia di
finanza e la Penitenziaria, dato che ciascuno dei due corpi ha sviluppato delle
specifiche competenze che è necessario salvaguardare.
La Finanza dovrebbe quindi scomparire e i suoi 30 mila effettivi sarebbero
assorbiti dai Carabinieri.
La
Penitenziaria invece si dovrebbe integrare con la Polizia di stato: secondo i
calcoli dei sindacati di categoria questo tipo di operazione potrebbe generare
risparmi per 2 miliardi di euro.

Al
momento queste ipotesi di fusione sono state smentite ma, visti i tempi di
crisi e la necessità di evitare sprechi, potrebbero presto tornare al centro
delle discussioni politiche

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