Dormono in servizio, carabinieri assolti ma risarcimento negato
Nel gennaio 2005 due carabinieri, erano stati accusati dal vice comandante della stazione di violata consegna per un fatto che sarebbe accaduto una notte dell’estate 2004. Il maresciallo dichiarò di aver sorpreso i due carabinieri addormentati in auto nel garage della caserma quando avrebbero dovuto essere di pattuglia. Il maresciallo non avrebbe però svegliato i due e avrebbe riferito il fatto ai superiori solo sei mesi dopo. Il comandante della compagnia notiziò quindi del presunto reato la procura militare di Padova e nell’aprile 2006 i due carabinieri furono condannati in primo grado ad un mese di reclusione.
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I due carabinieri si sono però sempre dichiarati innocenti e i loro avvocati presentarono ricorso. La corte militare d’appello di Verona rieditò il processo, acquisendo atti ed ascoltando testimoni che a Padova non erano stati valutati. In particolare la Corte Militare di Appello sottolineò che i carabinieri stessero dormendo nell’auto di servizio non appariva «agevolmente compatibile con la deposizione resa da un altro carabiniere il quale riferì che la pattuglia di servizio aveva chiesto ed ottenuto di rientrare in caserma alle h. 03,00 ed aggiunse che dopo circa un’ora la medesima aveva comunicato di riprendere il servizio»
Terminato l’excursus penale, uno dei carabinieri denunciato e poi assolto, ha chiesto i danni al maresciallo, quantificandoli in 50 mila euro. L’attore dedusse di essere stato assolto dal reato di violata consegna, con sentenza emessa dalla Corte di Appello Militare di Verona, passata in giudicato. Il maresciallo resistette alla domanda e chiamò in giudizio, per l’eventuale manleva, la propria assicuratrice Zurich Insurance Company – Rappresentanza Generale per l’Italia; il Tribunale di Padova accolse la domanda attorea, condannando il convenuto al pagamento di 10.000,00 euro e al rimborso delle spese di lite in favore dell’attore e della terza chiamata; pronunciando sul gravame del Maresciallo, la Corte di Appello di Venezia accolse l’impugnazione, rigettando la domanda risarcitoria del carabiniere e compensando le spese di lite;
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A porre fine definitivamente fine alla vicenda, la Suprema Corte di Cassazione che ha recentemente respinto il ricorso del carabiniere negandone definitivamente il risarcimento.