Carabinieri

Vita da Carabiniere, 6 euro per un turno di 6 ore

“Per fortuna è rimasto ferito il Carabiniere, perché se si fosse fatto male il dominicano, sarebbe stato un disastro per il collega”. Un commento apparentemente incomprensibile che esce a caldo, dopo i fatti di cronaca di Avezzano, dalla bocca di un Carabiniere con oltre 20 anni di onorato servizio. E’ quanto scrive in un approfondimento per la Testata Il Capoluogo.it a cura di Roberta Galeotti. che riproponiamo di seguito.


Quando “procediamo ad un arresto, il momento del fermo è delicatissimo: avvicinarsi e convincere il fermato ad osservare le nostre disposizioni è un’impresa titanica. Loro non hanno nulla da perdere, noi tutto!”

Gli uomini delle Forze dell’Ordine, Carabinieri o Poliziotti che siano, quando procedono ad un arresto devono avvisare il fermato mentre lo voltano, mentre gli girano il braccio per le manette, perché il fermato deve chiaramente sapere cosa stiano facendo, al fine di evitare che lui o altri pensino che i militari stiano usando la forza. Poi lo devono convincere a salire in macchina sua sponte. Se durante queste delicate operazioni, il fermato reagisce spintonando e sgomitando (come è successo durante l’arresto del dominicano strafatto ad Avezzano), gli uomini delle Forze dell’Ordine devono solo sperare che non resti contuso il fermato, che diventerebbe automaticamente una vittima!
L’eccesso di forza, inutile ripeterlo, è deprecabile e condannabile senza esitazioni, ma siamo giunti all’eccesso opposto.

Questo episodio, il secondo ad Avezzano in una settimana, come ha ricordato il Capoluogo, arriva quando i militari stanno chiedendo ai vertici politici e militari l’inserimento del taser tra le loro dotazioni.
L’Arma, inoltre, impone un’immagine molto vecchia del Carabiniere che, ancora, è costretto a svolgere il servizio e a fare interventi di ordine pubblico con un abbigliamento non idoneo: con la giacca (della divisa invernale), o con la camicia (dell’estiva), con la bandoliera e con le scarpe di cuoio.

Carabiniere, una busta paga di lacrime

Un Carabiniere in servizio da pochi anni ha una busta paga base di 1100€ mensili. Il turno di 6 ore in pattuglia viene pagato 6 € a turno, un euro l’ora!
I turni sono organizzati per 6 giorni a settimana con un solo giorno di riposo.
Quando la Prefettura dispone l’Ordine pubblico –  cioè la situazione per cui il turno non è una semplice pattuglia, ma una situazione più delicata, come in questo periodo di pandemia – l’intero turno viene pagato 9 euro invece che 6.
I Carabinieri, poi, devono rendersi reperibili, cioè essere in grado di raggiungere la caserma in meno di un’ora in caso di chiamata. La reperibilità viene pagata 5€ a giornata intera e deve essere assicurata 7 giorni al mese.
Infine, per il servizio notturno è riconosciuto un extra di 4€ l’ora per un totale di 25€ al massimo a notte.
Uno stipendio medio, con 40 ore di turno notturno al mese, arriva a 1500€.

Questo è il trattamento che l’Italia riserva ai suoi uomini in prima linea, i depositari dell’ordine pubblico e dei valori della nostra Res Pubblica.
Concludo questo speciale sulle donne e gli uomini delle nostre Forze Armate con una delle tante storture di questa Italia.

All’arrestato spetta il diritto al pasto con un rimborso di 25€. Ai carabinieri e ai poliziotti no.

Se loro sforano il turno e restano in servizio per completare delle incombenze di una missione, non hanno diritto al rimborso del pasto.
Naturalmente qualunque fermato ha “due biglietti da visita di altrettanti avvocati in tasca” mi ha ricordato il Carabiniere.
I fermati, nella maggior parte dei casi non hanno nulla intestato e non dichiarano i loro redditi, quindi al momento dell’arresto “godono del Gratuito Patrocinio, diritto riconosciuto sotto i 7.000 € di reddito”. Questo significa che il loro avvocato viene pagato dalle tasse di tutti gli italiani.

Come sempre, quello che nasce in Italia come un diritto inalienabile, come il diritto sacrosanto di godere di un avvocato anche quando non ce se lo può permettere, diventa uno stratagemma per guadagnare o per aggirare le regole.

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