Una curiosità, poco conosciuta, sulle gazzelle dei carabinieri
Negli anni ’50 le prime Alfa Romeo entrano in servizio nelle Forze dell’Ordine e in tutti i Corpi dello Stato impiegati per la sicurezza. Venivano scelte per un motivo semplice, erano potenti e veloci e lo avevano dimostrato vincendo gare in tutte le categorie sportive dove partecipavano, mostrando così le caratteristiche tecniche necessarie e diventare le auto della Polizia e dei Carabinieri. La vettura più famosa di tutte è la Giulia Super; ma sono molti i modelli che hanno svolto compiti di ordine pubblico, dalla Matta, alla Giulietta, all’Alfasud, all’Alfa 75, all’Alfetta, alla 156 per arrivare alla Giulia di oggi.
Il legame attraversa un lungo periodo della storia della Repubblica e la prima auto della Pubblica Sicurezza è un’Alfa Romeo 1900 del 1952, che pochi anni dopo viene adottata anche dall’Arma, per il servizio di pronto intervento, per le “Pantere” della Polizia e le “Gazzelle” dei Carabinieri. La 1900 viene presentata nel 1950 segna un momento di cambiamento perché, rivoluzionando l’impostazione industriale del marchio. è la prima Alfa Romeo con la guida a sinistra, ad adottare una struttura a scocca autoportante e ad essere prodotta sulla catena di montaggio, lasciando il carattere di artigianalità del periodo. Nasce sotto la guida del presidente Orazio Satta Puliga e abbandona i tradizionali 6 e 8 cilindri per un nuovo motore più compatto a 4 cilindri, con testata in alluminio e due assi a camme comandati da catena, alimentato da un solo carburatore.
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Ha 80 cavalli, e lo slogan che accompagna il lancio diventa subito famoso: “La vettura di famiglia che vince nelle corse”. È un grande successo commerciale e da sola la 1900 vende più di quanto avesse fatto l’intera Alfa Romeo fino a quel momento. Lo stesso motore viene anche adottato dalla fuoristrada AR51, più nota come “Matta”: un 4×4 nato per sostituire i veicoli post-bellici dell’Esercito Italiano e che parteciperà anche ad una Mille Miglia.
Con gli anni ’70 è il momento della Giulia, una delle prime vetture al mondo con struttura portante a deformazione differenziata. La parte anteriore e posteriore è studiata per assorbire gli urti, e l’abitacolo è estremamente rigido per proteggere gli occupanti: soluzioni che diventeranno obbligatorie solo molto più tardi, ma d’avanguardia in quegli anni.
Il motore biabero 1.6 litri della Giulia rappresenta una evoluzione del 1.3 quattro cilindri, e si distingue per le valvole di scarico raffreddate con inserti di sodio. Anche il design di Giulia è rivoluzionario. Giulia è compatta, ben proporzionata nei volumi e con uno stile unico. Il frontale basso e la coda tronca sono ispirati da motivazioni aerodinamiche. “Disegnata dal vento”, recita la pubblicità di lancio. Grazie all’innovativo lavoro di sviluppo in galleria del vento, il Cx di Giulia è straordinario per l’epoca: solo 0,34.
Il modello riscuote un successo eccezionale: oltre 570 mila vendite complessive (più del triplo di Giulietta). Giulia diventa un’icona italiana. È lei la protagonista di molti film nei tipici colori grigio-verde dell’epoca, poi cambiati negli attuali bianco-azzurro e blu scuro con tetto bianco, con spettacolari inseguimenti nei famosi “poliziotteschi”, nati come “B-movie” e diventati nel tempo film cult e ancora oggi trasmessi in televisione. I buoni erano sempre alla guida delle Alfa Romeo ma qualche volta anche i cattivi apprezzavano le caratteristiche e le prestazioni delle vetture del Biscione.
Curiosita’
Fino agli anni 70 le auto dei Carabinieri erano colore verde
Nel 1971 si introduce la livrea con corpo vettura tutto blu, scritta “ carabinieri” bianca sulle portiere e scudetto del radiomobile solo sulle portiere anteriori. Rimangono invariate vetrofanie su parabrezza e lunotto, oltre al numero aereo sul tetto in bianco; questa livrea dell’Arma è destinata a durare pochi mesi, già nel corso del 1971 è sostituita dall’attuale che prevede il tetto bianco con il numero aereo nero. Soluzione che facilita sia la visibilità del veicolo durante le operazioni coordinate dall’elicottero che lo smaltimento del calore durante la stagione estiva, problematica molto sentita all’epoca poiché gli impianti d‘aria condizionata sono appannaggio di poche vetture di lusso.
Furono però sperimentate diverse combinazioni, tra le quali una di colore bianco. Ne sopravvive, per quanto ne sappiamo, solo una fotografia.
Si tratta forse di un modello di prova per sperimentare il colore adatto Ancora senza antenna radio e numero di identificazione aerea.