Carabinieri

Ufficiale più alto in grado nel processo Cucchi trasferito alla guida dei reparti speciali. Ilaria: “Premiano un imputato e penalizzano chi parla”

Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi, con due articoli a firma di Alessandro Mantovani  è tornato sul caso Cucchi. In particolare Mantovani si è soffermato su “l’ufficiale più alto in grado tra gli imputati del processo”  divenuto capo di Stato maggiore del Comando unità mobili e specializzate “Palidoro” dell’Arma dei carabinieri, la struttura che comprende i battaglioni, i paracadutisti e tutti i reparti speciali dal Ros al Nas alla Tutela patrimonio culturale, Gis, Ris, aerei ed elicotteri.
IL GENERALE di brigata Alessandro Casarsa, classe 1966, è stato coinvolto nella terza indagine sulla morte di Cucchi quando era al comando dei Corazzieri del Quirinale. Lo scorso gennaio ha lasciato quell’incarico, poi per circa sei mesi ha frequentato la seconda parte di un corso allo Iasd, l’Istituto Alti studi della Difesa. – sottolinea Mantovani sul Fatto Quotidiano –  A luglio è stato rinviato a giudizio per falso ideologico in atto pubblico con altri ufficiali per aver chiesto ai subalterni, secondo l’accusa dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone e del pm Giovanni Musarò, di modificare le relazioni di servizio in cui si attestavano,  tra l’altro, “dolori al costato” e “alle ossa”, “forti dolori al capo, giramenti di testa, tremore”.

“L’Arma dei carabinieri – si legge nell’articolo – fatto più unico che raro, si è costituita parte civile contro Casarsa e i suoi coimputati, con grande impegno anche personale del comandante generale Giovanni Nistri che ha incontrato Ilaria Cucchi e dichiarato urbi et orbi che qualcosa, dopo oltre dieci anni, era cambiato.

“NON È UNA PROMOZIONE in senso tecnico – precisa Mantovani –  Casarsa, che nel 2008 ai tempi della morte di Cucchi era colonnello e comandava il Gruppo Roma del comando provinciale, era e rimane generale di brigata. Non è nemmeno un incarico operativo, l’attività dei delicati reparti speciali inquadrati nella Palidoro dipende dai loro comandanti.” Ma poi sottolinea che la nomina alla Palidoro di Casarsa ha suscitato qualche malumore anche all’interno dell’Arma. “Alcuni ufficiali ammettono la sorpresa e un certo disorientamento, c’è anche chi ipotizza che la scelta di offrire questo “atterraggio morbido” a Casarsa sia stata caldeggiata da ambienti politici, se non dal Quirinale, mentre il generale Nistri ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma al comando generale queste sono bollate come “illazioni”.

Il giorno seguente Ilaria Cucchi ha rilasciato alcune dichiarazioni al Fatto Quotidiano. “Apprendo che Casarsa, imputato per il depistaggio, ha avuto, se non una promozione, un nuovo incarico. Il mio pensiero va a Riccardo Casamassima e a Maria Rosati, i carabinieri che hanno parlato. A Casamassima è stata resa la vita difficile e oggi è parte civile insieme a noi”. Mantovani, nell’intervista sottolinea: “Però anche l’Arma si è costituita parte civile contro Casarsa e i suoi coimputati.
Sì, non sono avvocato ma tutto questo mi sembra paradossale. L’Arma è parte civile, ma Casarsa comanderà altre persone.

È un generale, i magistrati non l’hanno sospeso dal servizio, il comando non può certo metterlo a fare il carabiniere semplice…

Non sono nessuno per stabilire cosa sia giusto e cosa no, ma come cittadina e come sorella di Stefano sono perplessa, disorientata, anche perché, sarà un caso, ma ho visto che da quando Casamassima ha raccontato quello che sapeva è stato penalizzato. L’Arma ha fatto rilievi disciplinari a Casamassima. Non sono io a giudicare, ma un imputato di falso è un’altra cosa.

Lei è stata ricevuta dal comandante generale, Giovanni Nistri. Non è cambiato l’atteggiamento dell’Arma?
Sarà che per noi sono giornate molto difficili, ma tutto questo mi fa uno strano effetto.”

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