Trenta: è battaglia quotidiana, ma Salvini smetta di attaccare i militari
«Ormai è una battaglia quotidiana, ma tra due settimane ci sono le Europee e Salvini è in piena campagna elettorale. Per lui ogni pretesto è buono per attaccarmi. Sinceramente credo che non valga nemmeno la pena rispondere». E’ quanto scrive Fiorenza Sarzanini per il Corriere.it.
Ha il tono pacato, quasi ironico la ministra della Difesa Elisabetta Trenta mentre commenta con i suoi le parole del titolare del Viminale Matteo Salvini che annuncia «porti chiusi». Ma subito dopo ci tiene a precisare: «Finché lo fa contro di me è tutto secondo copione. Ma non pensi di poter attaccare i militari e – nel caso specifico – la Marina. Si tratta di servitori dello Stato che fanno ogni giorno il proprio dovere e io non consentirò a nessuno di offendere il loro lavoro».
L
’ultima disputa scoppia in mattinata mentre Trenta è a Bolzano per la consegna di nuovi alloggi ai militari. Lo staff la aggiorna su quanto è accaduto in Libia, con la Marina che ha soccorso i 36 migranti, soprattutto le leggono le dichiarazioni di Salvini. E il pensiero va a quanto accaduto un mese fa quando fu proprio Salvini a inviare una «direttiva» che obbligava i militari ad effettuare i pattugliamenti in mare per fermare le Ong e la reazione dello Stato Maggiore fu durissima perché si parlò di «ingerenza grave», specificando che «non è il ministro dell’Interno a poterci dare ordini».
La ministra Trenta cerca di sottrarsi alla polemica diretta «però non posso non sottolineare che quella nave si trovava di fronte alla Libia in un’operazione denominata Mare Sicuro. È lì che doveva stare. E dunque, mi chiedo, che cosa avrebbe dovuto fare? La Cigala Fulgosi è lì per proteggere i nostri uomini e l’Eni, dovrebbe saperlo anche Salvini. Di fronte a questo non so davvero che dire».
Nei giorni scorsi c’era stato un altro, durissimo scontro, tra Trenta e Salvini. Riguardava il comportamento del generale Paolo Riccò, che il 25 aprile aveva abbandonato la Festa della Liberazione a Viterbo dopo gli attacchi dell’Anpi. Era filtrata la notizia che la Difesa avesse aperto un’istruttoria e il titolare del Viminale aveva twittato «iostoconriccò», come a sottolineare il fatto che dovesse essere lui a difendere i militari. In realtà l’unico fascicolo aperto contro Riccò, che è comandante dell’Aviazione dell’Esercito, è quello avviato dalla procura militare per ingiuria e minacce contro un suo sottoposto. Il pubblico ministero ha chiesto il suo rinvio a giudizio per aver offeso un pilota degli elicotteri Mangusta che aveva sbagliato il bersaglio durante un’esercitazione e di avergli poi intimato di non presentare denuncia.
Articolo di Fiorenza Sarzanini per il Corriere.it