TONELLI SCRIVE AL CAPO DELLE POLIZIA: “TROPPE COSE NON VANNO, PUNTIAMO AL CAMBIAMENTO E RINNOVIAMO LA FIDUCIA NELL’AMMINISTRAZIONE”
Il segretario generale del sindacato di polizia Sap, Gianni Tonelli, ha scritto una lettera al prefetto Franco Gabrielli, dal titolo “Abbasso il N.I.M.B.Y – Not In My Back Yard”, che si apre con la citazione di Tommaso Moro che il nuovo capo del Dipartimento di pubblica sicurezza ha menzionato nel suo discorso di insediamento.
“Signore dammi la forza di cambiare le cose che possono essere cambiate, la pazienza per sopportare quelle che non possono essere cambiate ma soprattutto l’intelligenza di sapere riconoscere e distinguere le une dalle altre”
Capo,
siamo molto contenti del fatto che Lei, durante il suo discorso di insediamento, abbia più volte sottolineato la necessità di puntare al cambiamento. Con grande piacere abbiamo preso atto di quelli che sono i contenuti del suo intervento e soprattutto, del fatto che anche secondo Lei, ci sono tante cose da cambiare.
Il fatto che Lei voglia portare una grande trasformazione significa che il quadro della P.S. che noi abbiamo additato in negativo più e più volte ha un fondamento reale. Se le cose andassero bene il cambiamento non sarebbe necessario. Invece no.
Facendo riferimento alla frase di Tommaso Moro da Lei citata, desidero rilevare che il Direttore Generale della Pubblica Sicurezza è una delle persone più influenti, con maggiore potere, autorevolezza e autorità nel Paese. Per questo sono certo che le cose, se questo è il suo reale intendimento, muteranno; un percorso agevolato dalla credibilità che la sua persona si è creata sia nello schieramento di maggioranza che, ho personalmente riscontrato, tra i soggetti dell’opposizione.
Lei avrà la possibilità di fare tanto e allora ci attendiamo tante cose, perché molto può essere cambiato e deve essere cambiato. Segnalo però la presenza di alcuni macigni sulla strada che vanno immediatamente rimossi. E’ vitale dare qualche immediato segnale di cambiamento perché una delle partite più grosse e difficili che Lei si troverà a giocare, sarà quella sul recupero della fiducia del personale.
Purtroppo questo sarà uno dei compiti più ardui e patrimonio della pesante un’eredità che la gestione precedente le ha lasciato. Il personale è totalmente sfiduciato. Suonerebbe a provocazione dire che basta fare un sondaggio: si capisce dai social.
I poliziotti non hanno più fiducia nell’Amministrazione.
Logica conseguenza di tanti fatti. Come, ad esempio, le persecuzioni disciplinari, l’abbandono nelle fauci del Partito dell’Antipolizia, le decennali e frustrate aspirazioni di carriera, la gestione dell’ultimo concorso intero da Ispettore oppure colleghi che a 56 anni, per un grado da Sovrintendente devono essere trasferiti a centinaia di chilometri da casa a 4 anni dalla pensione, ecc., ecc., ecc. …… Sono follie. Follie di chi non sa cosa significa amministrare il personale.
Perché amministrare il personale significa primariamente tenere in considerazione le esigenze dello stesso, per cercare di conciliarle i doveri di servizio con quelli familiari e personali. Perché prima di pretendere una prestazione è indispensabile mettere le persone nelle condizioni di poterla offrire e con la giusta motivazione e con le minori ricadute negative. Qualcuno deve imparare a capirlo. E’ facile essere armati da pavonesca motivazione dirigenziale su uno scranno di comando da 4-5 mila euro a mese mentre è molto più difficile trovare positivi stimoli sulla strada con 1300 euro al mese quando si è considerati numeri abbandonati al proprio destino e sputi.
C’è un popolo di Poliziotti che vuole servire il proprio Paese ma vuole essere messo nelle condizioni di poterlo fare. Significa essere dotato del giusto equipaggiamento, della giusta formazione, della giusta motivazione, delle giuste certezze e del necessario sostegno.
Parlare di cambiamento, come ha fatto Lei, significa avallare le nostre tesi, comprende il nostro malcontento e interpretarlo con la dovuta consequenzialità. Al contrario, noi fino ad oggi ci siamo scontrati contro un muro di conservatorismo peloso, carrierista, individualista e a volte immorale.
Il nostro desiderio di cambiamento è più che giustificato.
Lei di cose ne può cambiare tante, quindi ci aspettiamo che lo faccia veramente.
Benvenuto cambiamento e abbasso il N.I.M.B.Y. (Not In My Back Yard)
Gianni Tonelli