Politica

TFS per le Forze Armate, via il differimento: parte l’esame della proposta di legge. Ecco cosa prevede

Roma – La Camera dei Deputati ha iniziato l’esame della proposta di legge C.1283, a prima firma di Anastasio Carrà (Lega), che interviene sul sistema di liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS) per il personale militare.

Presentando la proposta, il relatore Carrà ha evidenziato come l’attuale normativa in materia, che prevede un differimento di 24 mesi nel pagamento del TFS e la possibilità di rateizzarlo fino a 3 anni, sia stata giudicata incostituzionale dalla Corte Costituzionale in due sentenze del 2019 e del 2023. Per i giudici, infatti, il principio di giusta retribuzione sancito dall’art. 36 della Costituzione implica non solo un’adeguata quantificazione dell’emolumento, ma anche la sua tempestiva erogazione.

Cosa prevede la proposta di legge su erogazione TFS

La proposta di legge intende quindi superare tale differimento e rateizzazione per il personale militare, disponendo che il TFS venga liquidato entro il mese successivo alla cessazione del rapporto di lavoro e corrisposto in un’unica soluzione entro il secondo mese, con applicazione degli interessi in caso di ritardo.

Durante la discussione è intervenuto il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago, esprimendo il plauso del Governo per un’iniziativa che consentirebbe di allineare la normativa alle indicazioni della Consulta.

Favorevole si è detto anche Piero Fassino del PD, seppur sollevando dubbi sull’impatto dei maggiori oneri per lo Stato, stimati in 800 milioni annui. Il timore è che la nuova disciplina possa diventare un precedente per analoghe richieste da parte di altre categorie di lavoratori.

Il provvedimento appare quindi avviato verso l’approvazione, anche se resta da sciogliere il nodo coperture per scongiurare squilibri di bilancio. L’emendamento governativo potrebbe prevedere risorse aggiuntive o diversi meccanismi di compensazione degli oneri a medio termine.

Personale già in quiescenza

Altri nodi riguardano la platea dei beneficiari: la proposta estende infatti i nuovi criteri anche al personale già in quiescenza ma non ancora liquidato, ipotesi che potrebbe far lievitare ulteriormente il conto economico.

In ogni caso, la discussione ha evidenziato una diffusa disponibilità ad assicurare tempi certi e congrui di corresponsione del TFS ai militari. Superare il differimento consentirebbe di garantire ai lavoratori del comparto difesa dignità e tutele in linea con i dettami costituzionali. Rimane ora da trovare la quadra sugli aspetti finanziari di una riforma che, se ben bilanciata, potrebbe trovare ampio consenso.

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