Sindacati militari: “Niente passi avanti sul contratto finché non incontriamo Meloni”
I dirigenti delle associazioni sindacali dei militari, che si riconoscono nella Rete Sindacale Militare, hanno partecipato il 22 maggio al terzo infruttuoso incontro per il rinnovo del contratto dei militari 2022/2024 presso la Funzione Pubblica. Le sigle sindacali coinvolte sono SIM Carabinieri, USIC, AMUS Aeronautica, ASPMI Esercito, SIM Marina e SAM.
Nessuna concreta proposta avanzata durante l’incontro del 22 maggio
Durante l’incontro, non è stata avanzata alcuna concreta proposta e i sindacati hanno dichiarato che non sarà fatto in futuro, fino a quando non sarà possibile interloquire direttamente con il Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni. Le associazioni sindacali ritengono indispensabile richiedere alla Presidente un concreto ed aggiuntivo impegno economico per il personale del comparto Difesa, ottenendo un “patto di legislatura” circa il completo finanziamento della previdenza dedicata. Inoltre, intendono rappresentare l’esigenza di risolvere preliminarmente questioni di grande importanza sul funzionamento dei sindacati militari.
Risorse insufficienti per adeguamento stipendiale e interventi normativi
Le risorse attualmente stanziate per il contratto 2022/2024 sono state giudicate insufficienti per far fronte alle necessità di adeguamento stipendiale dopo tre anni di inflazione a doppia cifra. Inoltre, non sono ritenute minimamente sufficienti per intervenire sulla parte normativa e del trattamento accessorio proprio della specificità dei militari, sempre decantata ma mai concretizzata.
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Questione previdenziale dimenticata dall’esecutivo
La questione previdenziale sembra essere stata dimenticata dall’esecutivo e, senza un intervento complessivo a favore dei colleghi anziani e giovani, i sindacati temono che a breve si avranno uomini e donne che, dopo aver indossato la divisa, vivranno una vecchiaia di stenti.
Richiesta di risorse e modalità per una piena operatività sindacale
I sindacati militari chiedono anche di allocare risorse e definire modalità per una piena operatività sindacale, attraverso l’attribuzione di giusti quantitativi di distacchi e permessi, oltre alla possibilità di creare un sistema di relazioni sindacali attraverso un confronto su un tavolo paritario. In caso contrario, gli stessi rischiano di essere rinchiusi in un recinto, senza poter essere determinanti per la crescita del sistema Difesa del Paese. Le regole che vorrebbe imporre l’amministrazione sono rigide e tendono a limitare la funzionalità delle sigle sindacali. Accettarlo supinamente significherebbe, secondo i sindacati, tradire la fiducia degli iscritti e il mandato di grande valenza democratica contenuto nella storica sentenza della Corte Costituzionale n.120 del 2018.
Appello per un confronto diretto con il Presidente del Consiglio
La Rete Sindacale Militare chiede, quindi, un incontro urgente con la Presidente Meloni, in modo da poter rappresentare senza intermediari le difficoltà che sta vivendo il popolo di divisa e veder formalmente riconosciuto il ruolo svolto con assoluta lealtà verso lo Stato e a garanzia dei presidi democratici del Paese. I sindacati attendono fiduciosi l’incontro, pronti subito dopo a far progredire i lavori contrattuali.
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