Carabinieri

“SI STA CROCIFIGGENDO UN RAGAZZO DI VENT’ANNI PER NIENTE. È VIETATO FOTOGRAFARE INSTALLAZIONI MILITARI”

Ieri abbiamo pubblicato l’intervento del delegato Co.Ce.R. carabinieri Giuseppe La Fortuna sulla bandiera della caserma dei carabinieri di Firenze. Oggi arriva la reazione di un altro delegato Co.Ce.R. carabinieri, il delegato Antonio Serpi: “Si sta crocifiggendo un ragazzetto di vent’anni per niente”, ascoltato dall’HuffPost.

Per Serpi si è trattato di un “accanimento mediatico alimentato da una politica più vicina ai voti che alle esigenze reali”. Inoltre: “Il diritto può sanzionare condotte non intenzioni, per quelle ci sono i salotti. Questo è quanto accaduto al giovane carabiniere condannato nei salotti cosiddetti intellettuali”.

Al collega “è stato detto di tutto: nazista, ignorante, xenofobo… solo in virtù di una mera opinione individuale che in poco tempo è diventata collettiva, senza approfondimento alcuno”. In questo senso, continua il delegato del Cocer, “sarà fatta chiarezza sulla vicenda che ha coinvolto il giovane, studioso e amante della storia, esempio che dovrebbero seguire in tanti”.

Serpi ricorda che “è espressamente vietato fotografato obiettivi sensibili, col rischio di esporre anche lo stabile e il collega a eventuali ritorsioni”. “Abbiamo forse dimenticato, presi dalla caccia al “giovane scoop”, che esiste l’articolo 260 del Codice Penale che vieta l’acquisizione di informazioni all’interno delle installazioni militari? Beh allora è il caso che, in momenti di particolare esposizione al rischio terrorismo, noi tutti, vertici in primis, rammentassimo questo particolare, che, a differenza dell’interpretazione individuale di una bandiera, trova ragione giuridica!”

Per il delegato del Cocer “è ora di smetterla! È ora di rivendicare la tutela della nostra immagine impugnando i riferimenti normativi con i quali ogni giorno siamo abituati ad operare per la tutela dei cittadini”.

Gli è stato detto di tutto: nazista, ignorante, xenofobo, ecc., solo in virtù di una mera opinione individuale che in poco tempo è diventata collettiva, senza approfondimento alcuno.

Da troppo tempo l’Arma e i suoi rappresentanti vivono le barbarie mediatiche promosse da personaggi privi di onestà intellettuale. Non possiamo più accettarlo!

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