Editoriale

SI RASANO A ZERO CONTRO LA LEVA OBBLIGATORIA

Capelli rasati a zero per protestare contro la reintroduzione del servizio militare obbligatorio. È la forma di contestazione nonviolenta attuata oggi da un gruppo di studenti medi del Veneto di fronte alla sede del Consiglio regionale a Venezia, dove è in discussione un progetto di legge statale che prevede il ritorno dell’obbligo della leva o del servizio civile per 8 mesi per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 28 anni.

Alcuni giovani che si sono sottoposti al taglio totale di capelli, per richiamare «l’attenzione di una Regione – hanno spiegato – che non ci ha mai ascoltati mentre chiedevamo più investimenti in istruzione e ricerca, per una scuola e un’università diverse». «Se la Regione ci vuole soldati, ordinati e omologati, i nostri capelli sono il massimo che siamo disposti a darle: che ne faccia quello che vuole. Ma giù le mani dal nostro futuro e dal nostro tempo» hanno spiegato i dimostranti.

Il progetto di legge nazionale, il numero 37, licenziato in Commissione con i voti della maggioranza di centrodestra, ha l’obiettivo di far partire la ferma obbligatoria a partire dal 2021. Secondo il relatore di maggioranza, Massimo Giorgetti (Fi), dopo la sospensione della naja con la legge 331 del 2000, «quel senso di appartenenza al territorio che si percepiva precedentemente è in parte venuto a scemare», e il servizio civile volontario non avrebbe «rinsaldato quel desiderio di appartenenza al gruppo che in molti ricordano conseguente al periodo vissuto con i commilitoni durante la leva o comunque in forme alternative al servizio militare».

La proposta ha trovato invece l’opposizione della minoranza di centrosinistra. Per Alessandra Moretti (Pd) «è l’ennesimo provvedimento-propaganda, nei fatti irrealizzabile perché costerebbe più dell’abolizione della riforma Fornero e del reddito di cittadinanza messi assieme»

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