Carabinieri

Ros, 30 anni di attività: latitanti arrestati, grandi indagini e lotta a terrorismo

Grandi inchieste, latitanti arrestati e contrasto al terrorismo interno ed esterno: sono molti i risultati del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri di cui domani a Roma si celebrano i 30 anni di attività. Dall’arresto di Totò Riina, allora capo ‘indiscusso’ di Cosa Nostra e latitante da 23 anni, preso il 15 gennaio del 1993 a Palermo, alla cattura di Rocco Morabito, esponente di primissimo piano della ‘ndrangheta scovato il 24 maggio di quest’anno in Brasile, sono 18 in totale i latitanti di massima pericolosità inseriti nel ‘programma speciale di ricerca’ del Viminale arrestati. Il primo importante arresto arriva appunto con la cattura di Riina all’inizio del 1993 a cui segue 17 anni dopo la cattura del capo di Cosa Nostra della provincia di Agrigento, Gerlandino Messina, preso nel 2010.

Ma l’azione del Ros si dimostra efficace anche nel contrasto alla ‘ndrangheta. Finiscono in manette così nell’ordine Girolamo Molé (1997), esponente di spicco dell’omonima cosca; Giuseppe Barbaro (2001), autore di numerosi sequestri di persona negli anni 70-80; Giuseppe Morabito (2004), detto ‘u tiradrittu’, narcotrafficante ed esponente di primo piano; Pasquale Tegano (2004); Gregorio Bellocco (2005); Giuseppe D’Agostino (2006); Giuseppe Bellocco (2007); Pasquale Condello (2008), detto ‘il supremo’, considerato l’esponente della ‘ndrangheta più importante dopo Giuseppe Morabito; Giuseppe Coluccio (2008), specializzato nel traffico internazionale di stupefacenti e preso in Canada; Antonio Pelle (2009), capo dell’omonima cosca ed esponente apicale della ‘ndrangheta; Sebastiano Pelle (2011), esponente di spicco dell’omonima cosca specializzato nel traffico di stupefacenti; Domenico Condello (2012), esponente di spicco dell’omonima cosca e Rocco Morabito, catturato con Vincenzo Pasquino proprio a maggio scorso in Brasile. I due erano narcotrafficanti ed esponenti di primissimo piano della ‘ndrangheta.

Nel contrasto alla Camorra si contano gli arresti di Paolo Di Lauro (2005), protagonista della nota faida di Scampia; Francesco Matrone (2012) detto ‘Franchino à belva’, capo dell’omonimo clan camorristico di Scafati (Salerno) e Marco Di Lauro (2019), esponente apicale dell’omonimo clan, arrestato con il comando provinciale di Napoli, la polizia e la Gdf.

Quanto al contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico si contano ben 13 grandi operazioni portate a conclusione tra il 1995 e il 2019, alcune di queste ben note alle cronache, come l’indagine ‘Grande Mandamento’, conclusa con l’arresto di 21 affiliati a Cosa Nostra che si inseriva nel quadro dell’attività di ricerca di Bernardo Provenzano, tra il 2001 e 2004, e che consentì di smantellare il complesso circuito logistico di sostegno al latitante, costituito da persone di provata fedeltà e elevata esperienza in grado di assicurare la sua custodia e la trasmissione delle direttive all’intera organizzazione.

Più recente l’indagine ‘Mondo di mezzo’, che, conclusa nel maggio 2015, ha colpito un’organizzazione, radicata nella Capitale e capeggiata da Massimo Carminati, con la capacità di infiltrazione del tessuto economico e istituzionale, con un apparato in grado di gestire interessi illeciti, in particolare nel settore degli appalti pubblici.

Ultima in ordine di tempo l’indagine Rinascita Scott, conclusa nel dicembre 2019 con l’arresto di 334 persone indagate per associazione di tipo mafioso e altri reati, che ha disarticolato gran parte della ‘ndrangheta vibonese, facente capo alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia).

Tra le prime indagini su eversione e terrorismo, tra le altre, si ricorda l’indagine Pontelungo (1996) contro l’associazione sovversiva Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionalista responsabile di rapine in banca e sequestri di persona e di propaganda, nel proselitismo e nel sostegno logistico di latitanti e anarchici detenuti.

E’ di otto anni dopo (2004) l’indagine Osoppo che portò all’arresto di Jerome Cruciani, per ‘associazione sovversiva e banda armata’ e ‘rapina aggravata da finalità di terrorismo’, poiché ritenuto appartenente all’organizzazione eversiva Nuclei Comunisti Combattenti (Ncc). E’ stata proprio questa indagine, che fu sviluppata dopo l’omicidio di Massimo D’Antona, ucciso il 20 maggio 1999 dalle ‘Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente’, a confermare come il gruppo Br-Pcc prendesse origine dai Ncc.

E ancora la cattura di Rose Ann Scrocco (2006), nome di battaglia Lucia, militante anarco–insurrezionalista inserita nell’elenco dei cosiddetti 30 grandi latitanti e irreperibile dal 1991. La donna era stata condannata nel 1996 per il sequestro di persona e l’omicidio di Mirella Silocchi, oltre che ritenuta colpevole di associazione terroristica e banda armata, in quanto appartenente all’organizzazione sovversiva denominata Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionalista (Orai).

Non mancano i colpi all’eversione di destra. E’ del 2014 l’indagine Aquila Nera, contro gli appartenenti al gruppo clandestino che si definiva ‘Avanguardia Ordinovista’, per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, finalizzata all’incitazione all’odio o alla discriminazione razziale e istigazione a commettere atti di violenza o di provocazione alla violenza, nei confronti di persone appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico o razziale. In particolare, le attività investigative hanno documentato la struttura verticistica del sodalizio, orientata alla pianificazione di atti violenti e destabilizzanti nonché la ricerca di armi per la loro realizzazione.

Ultima in ordine di tempo è l’ndagine Menzogna, che ha sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria 12 persone, indagate per associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa. Dalle attività svolte è stata rilevata l’esistenza e l’operatività di un gruppo, denominato Ordine Ario Romano, stabilmente dedito alla pubblicazione, tramite social network e chat, di scritti, messaggi, video e immagini dal contenuto palesemente razzista e discriminatorio, tra i quali numerose invettive nei confronti di persone di origine ebraica e inneggianti alla negazione della Shoah.

Tante le operazioni contro il terrorismo internazionale, soprattutto di matrice jihadista, contro singole persone e organizzazioni terroristiche che agivano sul web e non. In questo ambito di indagini si inquadrano anche gli arresti di alcuni foreign fitghers come Alice Brignoli, allontanatasi dal territorio nazionale nel 2015 con il suo nucleo familiare per raggiungere i territori dello Stato Islamico.

Infine le principali indagini svolte dal Reparto Crimini Violenti hanno riguardato tra gli altri alcuni grandi casi di cronaca nera, come gli omicidi di Sara Scazzi, Yara Gambirasio, Loris Stival, Roberta Ragusa, Trifone Ragone e Teresa Costanza e ultimo in ordine di tempo l’uccisione della minorenne Noemi Durini, avvenuto a Castrignano del Capo, il 3 settembre 2017, per cui è finito in manette il fidanzato.

Sotto la lente del Ros sono finiti anche l’attentato dinamitardo all’istituto Scolastico Morvillo-Falcone, avvenuto a Brindisi il 19 maggio 2012, la strage di Palagiano (2014), in cui furono assassinati un pregiudicato, la sua convivente e il figlio di appena due anni, e di cui fu arrestato il mandante dell’eccidio, un uomo con precedenti per associazione mafiosa, e la strage di San Marco in Lamis, avvenuta il 9 agosto 2017, in cui furono uccise quattro persone delle quali due testimoni casuali, di cui fu arrestato il responsabile.

Infine è di pochi giorni fa l’estradizione del ceceno Rassoul Bissoultanov, arrestato a febbraio, poiché ritenuto responsabile, in concorso con un connazionale, del pestaggio che, il 12 agosto 2017, provocò la morte del giovane Niccolò Ciatti in una discoteca di Lloret De Mar, in Spagna. Anche questa indagine è stata trattata dal Ros.

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