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Permesso premio per Parolisi. La verità nascosta e la famiglia distrutta in un intervista ‘Chi l’ha visto?'”

Un’intervista esclusiva a Salvatore Parolisi, in permesso premio dal carcere di Bollate (Milano) dove è recluso. A “Chi l’ha visto?”, nella puntata di mercoledì 5 luglio alle 21.20 su Rai 3, parla per la prima volta l’ex militare condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie, Melania Rea. Parolisi, che ha scontato dodici dei venti anni di carcere previsti dalla sentenza di condanna, può ora usufruire dei permessi giornalieri e lasciare la struttura carceraria dove è recluso.

La sua condotta a Bollate sembra essere quella di “un detenuto modello”: per questo Parolisi, che lavora come centralinista e si è anche iscritto alla facoltà di giurisprudenza alla Statale di Milano, era in permesso premio quando è stato intervistato.

L’inviata della trasmissione condotta da Federica Sciarelli ha atteso l’ex caporal maggiore dell’esercito all’uscita dell’istituto di pena per un’intervista, di cui sono stati diffusi alcuni secondi come promo al servizio integrale che andrà in onda stasera. “Sarà dura, perché col mio nome è un po’ così, poi ci sono pregiudizi…”, afferma Parolisi incalzato dalla giornalista della Rai che gli chiede come sarà fuori dalla prigione.

Nel maggio 2015 la condanna di Parolisi, che si è sempre dichiarato innocente, è stata ridotta da trenta a venti anni: la Corte d’assise d’appello di Perugia ha applicato lo sconto previsto dal rito abbreviato scelto dall’ex caporal maggiore. La Cassazione, confermando la sua responsabilità nel delitto, ha annullato l’aggravante della crudeltà. Mentre nel 2016 sempre la Cassazione, respingendo un nuovo ricorso della difesa per la concessione delle attenuanti generiche, ha definitivamente confermato la condanna a venti anni di reclusione per l’uomo.

L’omicidio di Melania Rea

Melania Rea è stata trovata morta, all’età di 29 anni, il 20 aprile 2011 nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Due giorni prima era sparita. Era uscita di casa a Folignano (Ascoli Piceno) con il marito Salvatore e la figlia di 18 mesi, dirigendosi verso Colle San Marco. Il cadavere venne individuato dopo una telefonata anonima partita da una cabina nel centro di Teramo. Dalle indagini è emerso che la giovane era stata aggredita alle spalle e colpita con 35 coltellate.

Un delitto per il quale il marito è stato arrestato il 19 luglio del 2011. Parolisi aveva una relazione extraconiugale e, secondo l’accusa, sua moglie Melania avrebbe rappresentato un ostacolo al futuro che l’uomo avrebbe immaginato con l’amante. L’ex militare, unico indagato per il delitto, si è sempre professato innocente. La figlia, che all’epoca della tragedia aveva solo un anno e mezzo, oggi vive con i nonni a Somma Vesuviana e non porta più il cognome del padre.

La reazione della famiglia

L’intervista di questa sera farà sicuramente discutere. La famiglia Rea continua a combattere contro la possibilità che il militare possa ottenere uno sconto di pena o permessi premio. Il fratello Michele, in un’intervista a Il Centro, ha dichiarato: “In tv ripeterà che è innocente, che non ha ucciso. Ma niente potrà cancellare quello che ha fatto. Pensare che lo dirà ancora una volta ci addolora e ci fa tanta rabbia. Può dire quello che vuole, ma ci sono tre sentenze, tre gradi di giudizio che stabiliscono che lui ha ucciso mia sorella lasciandola agonizzante, colpendola mentre la figlioletta era in macchina”.

“Dopo l’omicidio di Melania – ha continuato – la mia famiglia ha fondato un’associazione contro la violenza sulle donne perché l’attenzione resti sempre alta, ma è lo Stato che deve fare di più. Invece resta al balcone a guardare gli omicidi che aumentano, a fare sconti agli assassini che possono rifarsi una vita. Ma alle vittime chi ci pensa?”.

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