Polizia

Muore per un malore il dirigente delle Volanti di Bergamo Francesco Accetta: aveva 58 anni, da quasi 40 era in polizia

Il ricordo commosso del questore di Bergamo

«Lascia un grande vuoto non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano. Era simpatico, aveva enorme empatia, con una battuta era capace di stemperare ogni situazione. Vedevo i suoi ragazzi uscire dagli uffici con i volti sereni e questo fa capire che faceva bene il suo lavoro». La questura di Bergamo perde Francesco Accetta. A 58 anni il dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, a cui fanno capo il numero unico europeo di emergenza 112 e le Volanti, è morto per un malore sabato (6 aprile 2024), intorno alle 21, mentre era da poco rientrato a casa. A ricordarlo è il questore Andrea Valentino, da poco giunto a Bergamo: «Siamo rimasti sconvolti e lo siamo tuttora, l‘avevo visto la sera prima e avevamo parlato di cose da fare. Stava bene».

Una carriera dedicata alla Polizia

Bergamasco d’origine, laureato in Scienze giuridiche all’Università di Cassino, Accetta si era arruolato in polizia nel 1986 e aveva prestato servizio nel Terzo reparto mobile a Milano. Nel 1989, era stato destinato alla Criminalpol di Reggio Calabria e successivamente alla Squadra Mobile sezione distaccata di Gioia Tauro. In via Noli era giunto nel 1993, passando dalla Squadra mobile all’Ufficio Controllo del territorio, dall’Ufficio immigrazione alla Divisione Anticrimine, poi era stato funzionario addetto alla Digos e infine capo dell’Ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico, incarico che svolgeva dal 2022. Era padre di due gemelle ventenni e viveva a Seriate, dove dalle 12 di oggi (domenica 7 aprile) sarà aperta la camera ardente alla Casa del Commiato di Beppe e Alessandra Vavassori, in via Dante Alighieri 21. I funerali saranno celebrati martedì (9 aprile), alle 10, nel Duomo di Città Alta. Accetta lascia anche l’anziana madre.

La stima e l’affetto dei colleghi

«Lo conoscevo da poco – continua il questore -, ma mi aveva colpito la sua grande conoscenza del territorio. Di lui mi parlavano tutti, segno che era apprezzato anche fuori dalla questura. In ordine pubblico era una garanzia, era un funzionario completo, di grande esperienza». Le capacità professionali e il tratto umano sono ricordati anche dal capo di gabinetto Andrea Sandroni, che in passato ha guidato lo stesso reparto: «Quando arrivai, mi sentii subito accolto da lui. Francesco Accetta era una persona eccezionale da ogni punto di vista. Professionalmente aveva attraversato tutti gli uffici della questura di Bergamo e aveva sempre dato un grande contributo. Sapeva far funzionare gli uffici dove lavorava e poi c’era questo tratto umano incredibile di sapere dialogare e alleggerire con le sue battute anche le situazioni più aspre. Con lui le manifestazioni o le partite allo stadio passavano velocemente, potevi contarci a occhi chiusi». Da bergamasco, Accetta era tifoso dell’Atalanta: «Si stava preparando alla partita contro il Liverpool dal punto di vista lavorativo, ma l’attendeva anche come tifoso – dice affettuosamente Sandroni -. Lascia una voragine e la sua morte ci sembra assurda. Parlavamo e scherzavamo insieme soltanto l’altra sera, non aveva dato alcun segno di malessere».

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