MARINA MILITARE, BUROCRAZIA IN ALTO MARE: I SUSSIDI ALLE FAMIGLIE NAVIGANO A VISTA
In un’epoca di tecnologia avanzata e comunicazioni istantanee, la Marina Militare sembra ancora remare controcorrente quando si tratta di assistenza economica al proprio personale. Mentre le navi da guerra italiane solcano i mari con precisione millimetrica, i sussidi destinati alle famiglie in difficoltà sembrano incagliati in secche burocratiche profonde, con tempi d’attesa che possono superare i 18 mesi. Una tempistica che fa acqua da tutte le parti e che il Sindacato Nazionale Militari Marina (SI.NA.M.) ha deciso di denunciare pubblicamente.
Ecco il comunicato integrale diffuso dal sindacato:
“Il SI.NA.M. il 31 Gennaio 2025 ha provveduto a segnalare la problematica alle autorità di vertice competenti, evidenziando che, nonostante le numerose richieste avanzate nel tempo, i ritardi stanno invalidando la finalità assistenziale degli interventi a favore delle famiglie dei militari, infatti in molti attendono oltre 18 mesi per ricevere un sostegno economico destinato ad affrontare situazioni di grave difficoltà personale e familiare.
Alla nostra segnalazione del 31 gennaio 2025, lo Stato Maggiore Marina ha risposto, sentita la Direzione generale della previdenza militare e della leva (Previmil), fornendo i chiarimenti del caso, evidenziando che i ritardi sono legati:
all’insufficienza dei fondi assegnati ai capitoli di bilancio dedicati al benessere del personale;
all’arrivo di richieste non conformi ai criteri previsti, che rallentano ulteriormente la lavorazione delle pratiche.
Il SI.NA.M. prende atto con attenzione dell’impegno dichiarato dalla Forza Armata a reperire risorse aggiuntive, evidenziando particolare attenzione al benessere del proprio personale, ma ribadisce con fermezza che la tutela del benessere dei militari non può dipendere dalla disponibilità residua dei fondi, né da iter burocratici eccessivamente lenti.
Continueremo a monitorare la situazione con fermezza, sollecitando le istituzioni a difendere con determinazione i diritti di chi, ogni giorno, è al servizio della collettività.”