LETTERA APERTA AL SIGNOR MINISTRO DELLA DIFESA E AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI DIFESA
Il recente mandato difensivo conferitomi per la tutela dei familiari di un militare, graduato dell’Esercito, morto suicida in una caserma italiana, mi pone l’urgenza di scrivere brevi riflessioni per rappresentare l’esigenza indifferibile che si proceda, al più presto, con l’emanazione di stringenti direttive atte a poter prevenire le morti, purtroppo crescenti, di militari in servizio, sia in italia che all’estero.
Di fronte all’allarmante fenomeno dei suicidi, che interessa i militari di tutte le armi ed in particolare dell’Arma dei Carabinieri, oltre che le forze di polizia, è necessario intervenire in ordine alla sottoposizione dei militari a più accurate visite mediche periodiche e che, nel caso siano riscontrate anche lievi criticità psicologiche, prevedano, nel protocollo, l’immediata verifica specialistica ed in ogni caso l’immediata esclusione da servizi armati ovvero l’eliminazione della dotazione dell’arma di ordinanza, al fine di prevenire ogni possibile e malsano utilizzo della stessa per fini autolesionistici.
Il protocollo deve anche prevedere la trasmissione alle Commissioni Parlamentari, da parte degli stati maggiori d’Arma, dei dati statistici periodici in ordine ai controlli medici effettuati sui militari in servizio, affinchè sia accentuata la responsabilizzazione dei vertici gerarchici, nonchè fornita specifica e pubblica informazione sulla effettività delle visite, atte a prevenire e controllare ogni possibile criticità di carattere personale.
Non può essere sottaciuto il crescente allarme sociale legato alla percezione di un sordo malessere che serpeggia tra i militari i quali, anche dal punto di vista del disagio morale di fronte a giovani e più anziani colleghi che si tolgono la vita, innesca ripetutamente il rischio di un effetto domino di emulazione negativa.
Nè si può relegare il fenomeno ad una, sia pure biasimevole e dolorosa, scelta individuale di volersi togliere la vita, di fronte alla quale registrare, di fatto e di volta in volta, una colpevole indifferenza delle scale gerarchiche superiori.
Non può, altrettanto, sottacersi il profondo dolore di intere famiglie e di comunità nel vedere un militare – emblema con il quale la generalità dei cittadini identifica la Sicurezza e la Difesa dello Stato – che giunge al gesto estremo di togliersi la vita con le inevitabili conseguenze sulla percezione, negativa o quanto meno perplessa, in ordine alla condizione morale degli appartenenti alle forze armate e della pubblica sicurezza.
Non si può relegare il preoccupante fenomeno dei suicidi militari a scelte drammatiche, ma individuali, quasi che ogni militare non fosse parte unitaria ed integrata del corpo sociale organizzato a tutela della difesa e della sicurezza dello Stato.
Le notizie allarmanti sul tema dei suicidi in ambito militare non devono incidere sulla consapevolezza di professionalità e dedizione al servizio che i nostri militari sentono e comunicano alla società civile ed, in tale senso, si deve sollecitare, a tale fine e soprattutto, la massima attenzione dei comandanti , ai vari livelli di responsabilità, nel garantire, in via preventiva, il necessario ascolto alle richieste di assistenza, a volte non bene espresse o raccolte, che i militari rappresentano verso i superiori, venendosi a trovare, molto spesso e come fisiologico, ad operare in condizioni di forte stress.
La prego, Signor Ministro della Difesa , di ricevere e valutare questa mia allarmata considerazione, con la sensibilità e l’attenzione che la contraddistingue e che ha manifestato, in più occasioni, su tematiche di grande rilievo che riguardano la vita militare e la sicurezza dei cittadini.
Confido che vorrà tenerne conto e condividere la preoccupazione che certamente non sfugge ai più, ma che sento il dovere di manifestare per sensibilizzare, ancora una volta, le Istituzioni ad affrontare, in termini decisivi e radicali, un grave fenomeno che deve essere necessariamente ridimensionato ed anzi eleiminato, con ogni mezzo opportuno, per garantire serenità e consapevolezza del proprio ruolo ad ogni operatore della Pubblica Sicurezza e della Difesa.
Avv. Giulio Murano
Cassazionista – Consigliere giuridico ISSMI-CASD