Esteri

Leader Houthi minaccia l’Italia: “Diventerà bersaglio se parteciperà alla missione UE nel Mar Rosso”

Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader del movimento sciita yemenita Ansar Allah – meglio noto come Houthi – ha lanciato una minaccia diretta all’Italia in un’intervista con il quotidiano Repubblica.

Al-Houti, cugino del leader supremo degli Houthi Abdul-Malik al-Houthi, ha affermato che “l’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen” che prenderà parte alla nuova missione di sorveglianza dell’Unione Europea nel Mar Rosso.

Gli Houthi controllano gran parte del nord dello Yemen da quando nel 2015 hanno deposto il governo riconosciuto internazionalmente. Da allora sono in corso intensi combattimenti contro la coalizione militare a guida saudita che sostiene le forze governative.

Al-Houti ha difeso le azioni degli Houthi nel Mar Rosso, sostenendo che “non c’è alcun blocco” e che mirano solo “alle navi associate a Israele”. Ha poi avvertito che “chi attacca affronterà una ritorsione”, in caso di un’ulteriore escalation del conflitto.

Qualsiasi nave non legata a Israele non subirà danni. Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso. È essenziale che gli americani comprendano che chi attacca affronterà una ritorsione, come espresso nel proverbio arabo: “Chi bussa alla porta troverà risposta”».

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«La guerra terrestre è ciò che desidera il popolo yemenita, poiché si troverà finalmente di fronte a coloro che sono responsabili delle sue sofferenze da oltre nove anni. Se gli Stati Uniti inviano truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione».

La minaccia diretta all’Italia segna un’escalation nella posizione degli Houthi, che considerano la partecipazione europea come un atto ostile. Mette anche Roma di fronte a un bivio: accettare i rischi di ritorsioni militari oppure scegliere un ruolo di maggiore neutralità nel conflitto yemenita.

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