Carabinieri

L’arma cambia le regole, Nistri: “Necessità di riformare norme obsolete, procedimenti disciplinari e responsabilità dei comandanti”

Tra due giorni il Comandante Generale Giovanni Nistri lascia il vertice dell’Arma: “Su Piacenza carenze nell’azione di controllo. Per questo stiamo cambiando le regole’.

In un intervista rilasciata a Gianluca De Feo per Repubblica il comandante Generale dell’Arma dei carabinieri spiega le necessità di riformare alcune normative dell’Arma. Partendo dai fatti Piacenza e probabilmente facendo riferimento (senza menzionarla) all’ultima circolare riguardante la movimentazione dei comandanti di stazione per lunga permanenza, Nistri ha sottolineato: “in un corpo sociale che ci possano essere delle deviazioni è purtroppo ipotizzabile: nessuna organizzazione ne è immune.”

Con riferimento ai fatti di Piacenza ha poi spiegato: “Certamente c’è stata una carenza complessiva nell’azione di controllo, che è anche fatta di dialogo e di conoscenza. A questa falla si sono aggiunte situazioni particolari ma il quadro mi porta a confermare la necessità aggiornare una serie di strumenti a disposizione della linea di comando, risalenti al 1975. Da allora – ha aggiunto Nistri – sono nate norme come quelle sulla privacy: quarant’anni fa un comandante aveva mille possibilità di valutare il comportamento nella vita privata dei militari, cose che oggi sono fuorilegge. Ma va ricordato che da allora è cambiato il ruolo della polizia giudiziaria, gestita dalla magistratura se un arresto viene convalidato, allora sono portato a ritenere che sia avvenuto con tutti i crismi».

«Il regolamento generale – ha aggiunto Nistri – risale al 1911 e non viene aggiornato dagli anni Novanta. Ci sono aspetti valoriali che sono la nostra pietra miliare e lo resteranno sempre: libertà d’azione, spirito di iniziativa e senso di responsabilità. Altre norme sono obsolete e vanno riviste, ad esempio, per considerare l’impatto dei social media bisogna bilanciare le esigenze di libera espressione e le limitazioni legate ai doveri di un carabiniere.

Inoltre, abbiamo chiesto di cambiare le procedure disciplinari per potere arrivare a conclusioni anche nei casi in cui, a fronte di situazioni giuridiche inizialmente non pienamente conoscibili, l’iter giudiziario consente di acquisire elementi certi senza attendere la sentenza della magistratura. Nel regolamento verranno chiarite pure le responsabilità della catena gerarchica in caso di controllo mancato. omesso o superficiale».

Gianluca De Feo ha inoltre affrontato l’età media dei carabinieri che oggi è di 44 anni. Il comandante Generale dei carabinieri Giovanni Nistri ha spiegato la  sua proposta per abbassare l’età media: i carabinieri “stagisti”.

«Sono rimasto affezionato al concetto di carabiniere ai ausiliario, spiega Nistri, quando tornavano alla vita civile terminata la leva mantenevano un legame con l’Arma: un doppio arricchimento.

La proposta di Nistri sarebbe quella di attingere ad un “bacino di diplomati o laureati che siano interessati a questa esperienza di 12-18 mesi, con una retribuzione ridotta, che li qualifichi in vista dei concorsi e che li inserisca nei nostri valori, ottenendo da loro idee e professionalità nuovo.”

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