La mossa che fa infuriare la Francia: l’Italia propone fregate usate alla Grecia a prezzo di saldo
La marina greca potrebbe presto arricchirsi di due fregate italiane a un prezzo difficile da rifiutare, in una mossa che mette in difficoltà la Francia e dimostra ancora una volta l’efficacia della strategia commerciale italiana.
Da diverse settimane, la possibile acquisizione di due fregate FREMM italiane da parte della Marina greca è al centro dell’attenzione della stampa di difesa ellenica, superando persino il clamore sulla questione dei missili Meteor, artificiosamente gonfiata da alcuni giornalisti.
Atene sarebbe infatti in trattative avanzate con Roma per l’acquisizione di due fregate FREMM della classe Bergamini – la Carlo Bergamini e la Virginio Fasan – entrambe operative dal 2013. Questa notizia ha certamente creato malumori in Francia, dove Naval Group sta negoziando con la Grecia l’ordine di una quarta fregata FDI di classe Kimon e propone la costruzione locale di tre navi aggiuntive.
Ma l’offerta italiana presenta vantaggi competitivi difficilmente ignorabili: le due FREMM, sebbene meno armate delle FDI e con 12 anni di servizio, vengono proposte a soli 300 milioni di euro ciascuna – meno della metà del prezzo delle nuove navi francesi. Inoltre, potrebbero essere consegnate in pochi mesi, un fattore particolarmente attraente per il governo greco, che sta perdendo consensi con l’avvicinarsi delle elezioni.
Una strategia commerciale ben collaudata
L’offerta alla Grecia non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in una strategia di conquista commerciale metodicamente orchestrata, basata su una profonda conoscenza del mercato e delle dinamiche dell’industria della difesa italiana.
Nel 2020, l’Italia ha ceduto due fregate FREMM di recente costruzione – la Spartaco Schergat e la Emilio Branchi – alla Marina egiziana per 1,1 miliardi di euro. Le navi, ribattezzate Al-Galala e Bernees, sono entrate in servizio rispettivamente nel dicembre 2020 e nell’aprile 2021, permettendo all’Italia di superare la concorrenza francese che sperava di piazzare ulteriori FREMM dopo la vendita della Tahya Misr nel 2015.
Un pattern simile si è ripetuto nel marzo 2024, quando Roma ha venduto due fregate PPA classe Thaon di Revel all’Indonesia, mentre le trattative per sei fregate FREMM Bergamini, annunciate due anni prima, sembravano arenarsi.
Un paradosso strategico favorevole all’export
Curiosamente, la Marina Militare italiana si trova attualmente in una condizione di sovraccapacità di mezzi rispetto alle risorse umane disponibili. Con tre cacciatorpediniere, dieci fregate e quattro fregate PPA, l’organico risulta insufficiente: secondo il capo di stato maggiore, mancano circa 10.000 marinai su un totale di 30.000 per gestire efficacemente 184 navi e 70 aerei.
Questa situazione paradossale consente all’Italia di cedere alcune unità senza compromettere significativamente la propria operatività, mentre contemporaneamente stimola nuovi ordini per l’industria navale nazionale. Nei prossimi anni, la Marina Militare dovrebbe ricevere altre due FREMM, due FREMM Evo, sette PPA aggiuntivi, due cacciatorpediniere pesanti DDx, cinque grandi navi da guerra contro le mine e tre grandi navi anfibie entro la fine del decennio.

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