Esteri

Israele sotto attacco: raid di droni kamikaze dall’Iran. Khamenei: «Il regime malvagio sarà punito»

Cresce drasticamente la tensione in Medio Oriente dopo che l’Iran ha minacciato di colpire duramente Israele in rappresaglia per il raid aereo che sabato scorso ha distrutto il consolato iraniano a Damasco, in Siria. Secondo fonti di intelligence israeliane e statunitensi, Teheran avrebbe già predisposto l’attacco con decine di droni kamikaze che potrebbero decollare nelle prossime ore ed entrare nello spazio aereo dello stato ebraico.

L’incursione verrebbe effettuata con droni Shahed-136 di fabbricazione iraniana, che possono trasportare circa 20 kg di esplosivo e planare lentamente sul bersaglio in modo da sfuggire ai radar. Un attacco cosiddetto “a sciame” che renderebbe più difficile l’intercettazione.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, tornato al potere da poche settimane, ha reagito convocando d’urgenza il consiglio di difesa e ordinando la chiusura dello spazio aereo. Inoltre, il governo ha richiamato migliaia di riservisti per rafforzare l’allerta sul confine settentrionale ed orientale.

Gli Stati Uniti, principale alleato di Israele, hanno subito assicurato un “incrollabile sostegno” allo stato ebraico, spostando alcune portaerei nel Mediterraneo orientale per monitorare la situazione. Anche l’Italia sta seguendo gli eventi con preoccupazione, come dichiarato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

La Giordania ha fatto sapere che abatterà qualsiasi drone iraniano sorvoli il suo spazio aereo, mentre l’Iraq ha già segnalato il transito di droni iraniani nel sud del paese, probabilmente diretti verso Israele. Teheran per ora non ha rivendicato ufficialmente l’attacco, ma una tv di stato ha confermato il lancio di droni da parte dei Pasdaran.

Secondo il Jerusalem Post, i droni kamikaze potrebbero già trovarsi in volo sopra l’Iraq e impiegare alcune ore prima di entrare in Israele, con possibile arrivo intorno alle prime ore di domenica mattina. Le località di confine e le alture del Golan sono ritenute tra i possibili obiettivi sensibili.

La minaccia di rappresaglia iraniana era stata preannunciata dalla Guida Suprema Ali Khamenei, che aveva promesso di punire il “regime malvagio” per l’attacco al consolato di Damasco, uccidendo almeno 12 fra militari e consiglieri iraniani. L’azione israeliana mirava a bloccare il traffico di armi iraniane destinate agli Hezbollah libanesi.

Gli analisti temono ora che l’attacco iraniano possa innescare una pericolosa escalation militare nella regione, già ad alta tensione per il programma nucleare di Teheran. La comunità internazionale invita alla moderazione, ma Netanyahu ha promesso di colpire duramente chiunque minacci Israele. Le prossime ore saranno quindi decisive per capire l’evolversi della crisi e scongiurare un conflitto su vasta scala.

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