Editoriale

IL GOVERNO SALVA LO STIPENDIO DEI CAPPELLANI MILITARI. QUASI TUTTI DIRIGENTI CON IL RIORDINO DELLE CARRIERE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha approvato ieri lo schema di Intesa tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze armate.

L’Intesa ridefinisce i profili giuridici del rapporto tra i Cappellani e le strutture militari, per conciliare l’elemento di continuità, costituito dalla presenza dei sacerdoti nelle Forze armate fin dal 1915, con i mutati scenari intervenuti a seguito della sospensione della leva obbligatoria e delle nuove funzioni che le Forze armate sono chiamate a svolgere in Italia e all’estero.

Il testo regola l’inquadramento, lo stato giuridico, la retribuzione, le funzioni e la disciplina dei Cappellani militari, figure autonome rispetto all’organizzazione militare; l’organico dei Cappellani viene ridotto dalle precedenti 204 unità a 162 e il loro trattamento economico principale continua ad essere quello base previsto per il grado di assimilazione, mentre per quello accessorio l’Intesa indica specificamente le diverse tipologie. L’Intesa, dopo l’esame da parte del Consiglio dei ministri, sarà sottoposta alla firma delle due Parti, Stato e Santa Sede, e il suo contenuto dovrà essere recepito con apposito disegno di legge.

Insomma sostanzialmente non cambia nulla. I cappellani militari continueranno a percepire lo stipendio degli ufficiali delle Forze Armate ed i relativi costi dell’apparato gerarchico, uffici, auto, autista, segreteria. Non solo. Invece di diminuire le spese aumenta perché in virtù del decantato riordino delle carriere la maggior parte dei cappellani militari (da maggiore in su) sono diventati dirigenti, quindi slegati dalle logiche contrattuali.


L’intervento del governo, ha, quindi, incrementato i costi dei cappellani militari invece che ridurli. Un provvedimento a fine legislatura di salvaguardia che il governo ha ritenuto prioritario rispetto all’ipotesi di accordo contrattuale del Comparto Sicurezza e Difesa da trasmettere con proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri al Presidente della Repubblica per il richiesto d.p.r. emanativo, rinviato al prossimo Consiglio dei Ministri.

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