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Il futuro dei volontari in ferma prefissata nelle Forze Armate: Il resoconto dell’audizione del Gen. Div. Gaetano Lunardo

In un’audizione tenuta presso la IV Commissione Difesa della Camera dei deputati, il Gen. Div. Gaetano Lunardo, capo del I Reparto reclutamento, affari giuridici ed economici del personale dello Stato Maggiore dell’Esercito, ha fornito una valutazione sulle condizioni di lavoro e di vita dei volontari in ferma prefissata nell’ambito dell’attuale contesto delle Forze Armate. L’incontro ha toccato vari aspetti, tra cui l’impatto della recente legge n. 119/2022 sulla riduzione del personale, la rappresentanza femminile, la perdita di appeal dei reclutamenti e la necessità di ulteriori interventi normativi per il futuro.

Effetti positivi della legge n. 119/2022

Una delle prime tematiche affrontate dal Gen. Div. Gaetano Lunardo riguarda gli effetti positivi della legge n. 119/2022, che ha posticipato al 2033 la riduzione a 150.000 unità del personale delle Forze Armate. Questa norma ha evitato una drastica contrazione dei reclutamenti, permettendo l’inserimento di una più consistente aliquota di giovani nel servizio e una migliore gestione del personale in esubero. In particolare, l’Esercito avrà un organico di 93.100 unità, con un incremento di 2.850 volontari in ferma prefissata.

Rappresentanza femminile nelle Forze Armate

L’analisi dei numeri ha evidenziato che il personale femminile rappresenta attualmente il 9 per cento del totale delle Forze Armate, con una presenza maggiore nel ruolo di truppa, che si attesta al 38 per cento. Questi dati dimostrano una crescente inclusione delle donne nelle Forze Armate, ma è necessario continuare a lavorare per garantire una maggiore presenza femminile anche in altre posizioni e ruoli di comando.

Perdita di appeal nei reclutamenti

Nel corso degli anni dal 2015 a oggi, si è registrata una perdita di appeal nei reclutamenti. Questo è attribuito alla mancanza di certezze offerte ai giovani volontari riguardo alla possibilità di stabilizzazione o di prospettive di ricollocamento nel mondo del lavoro dopo il servizio militare. Sono stati abrogati il prerequisito di un anno di servizio nelle Forze Armate per accedere alla carriera nelle Forze di polizia e il numero dei posti per il passaggio a volontario in servizio permanente è stato ridotto a causa dei tagli delle dotazioni organiche. La legge n. 119/2022 si propone di correggere questa tendenza, aumentando il numero di posti in servizio permanente da 1.100 a 1.750 all’anno.

Il modello dei volontari in ferma prefissata

Il modello attuale dei volontari in ferma prefissata prevede l’ingresso di 7.000 VFI all’anno. Di questi, 1.750 passeranno prima nei VFT attraverso un concorso e, al termine della ferma, potranno accedere al servizio permanente. Altri 3.000 saranno assorbiti dalle Forze di polizia, mentre i restanti 2.250 avranno l’opportunità di rinnovare la ferma annuale per partecipare a programmi di ricollocamento professionale e formazione mirata, al fine di agevolare il loro reinserimento nel mondo del lavoro sia presso altre amministrazioni dello Stato che nel settore privato.

Benefici delle figure dei VFI e VFT

Il Gen. Div. Gaetano Lunardo ha espresso una valutazione complessivamente positiva riguardo all’introduzione delle figure dei VFI e VFT. Questa innovazione permette di mantenere un alto livello di reclutamento dei giovani volontari in ferma prefissata, consentendo di investire di più in termini di formazione e addestramento grazie a una ferma iniziale di soli 3 anni. Inoltre, riduce il periodo massimo necessario per il transito in servizio permanente, passando da circa 11 a 7 anni. Ciò comporta un sensibile miglioramento nel trattamento economico e nelle possibilità di fruire di recuperi e licenze, che in precedenza non erano consentite.

Il problema dell’elevata età media nei ruoli di servizio permanente

Un aspetto critico emerso durante l’audizione riguarda l’elevata età media dei volontari in servizio permanente. Attualmente, quasi il 55 per cento del ruolo di base nell’Esercito ha superato i quarant’anni e, nel 2033, si prevede che questo numero aumenterà al 70 per cento. Questa situazione ha portato a spostare i graduati più anziani da compiti operativi a quelli logistici o amministrativi a causa della diminuzione della prestanza fisica. Per affrontare questa sfida, sarà necessario un ulteriore intervento normativo che permetta la riduzione dell’età media nel ruolo, consentendo una migliore efficienza e prontezza operativa delle Forze Armate.

L’audizione del Gen. Div. Gaetano Lunardo presso la IV Commissione Difesa ha fornito un’analisi dettagliata sulle condizioni dei volontari in ferma prefissata nelle Forze Armate. La legge n. 119/2022 ha avuto un impatto positivo, consentendo una maggiore stabilità nell’organico e una migliore gestione del personale. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, come la necessità di aumentare la rappresentanza femminile e di ridurre l’elevata età media dei volontari in servizio permanente. L’introduzione delle figure dei VFI e VFT è stata ben accolta, ma ulteriori sforzi saranno necessari per rendere attraente il servizio militare per i giovani e garantire prospettive di carriera solide e concrete per i volontari.

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