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Il calvario di Alfonso Bolognesi, il carabiniere distrutto dall’Antimafia: carcere, carriera in fumo ma… era innocente

Più di tre anni in carcere. Quattordici tra processi e attese. Un errore giudiziario. Alfonso Bolognesi è tornato solo ora ad indossare la divisa da carabiniere e presto riacquisterà anche i gradi persi in questi anni di calvario giudiziario. Nel 2008 aveva 45 anni ed era comandante della stazione dei carabinieri di Pinetamare. Fu coinvolto in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia e improvvisamente la sua vita e la sua carriera subirono un violento cambio di rotta. Fu arrestato con l’accusa di aver favorito la camorra casertana.

Il 28 ottobre 2008 Bolognesi dovette togliere la divisa. I pm dell’Antimafia lo accusavano di aver consentito al boss Giuseppe Setola, responsabile dell’ala stagista dei Casalesi, di sfuggire a vari blitz. Ci sono voluti cinque processi (tra primo grado e processi in Appello e Cassazione) per stabilire che la ricostruzione di pm e pentiti non era fondata, e che Alfonso Bolognesi andava assolto così come aveva sempre sostenuto il suo avvocato difensore, il penalista Raffaele Crisileo, che su questa vicenda ha ora scritto un libro (“Vittima innocente: la storia di un errore giudiziario”). Il calvario di Bolognesi è stato lungo e doloroso. Il maresciallo fu condannato a quattro anni di carcere per corruzione con l’aggravante camorristica, ne scontò tre e mezzo in carcere ottenendo di poter ultimare la pena con l’affidamento in prova, lavorando nella pizzeria del fratello in un paesino del Cilento.

Nel 2019 è arrivata la prima svolta con la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e ottenuta da Bolognesi in un diverso processo, sempre per corruzione, relativo a presunti omessi controlli in un esercizio commerciale di Castel Volturno. Quell’assoluzione ha segnato una svolta perché ha aperto la strada alla revisione al processo che si era concluso con la condanna a quattro anni per corruzione con finalità camorristica. Nel 2021, dinanzi alla Corte d’Appello di Roma, si è ripetuto il processo e in dibattimento sono stati ascoltati di nuovo tutti i collaboratori di giustizia che avevano accusato Bolognesi, e alla fine il maresciallo è stato assolto. Assoluzione che è diventata ora definitiva. Gli anni del calvario giudiziario hanno privato Bolognesi della libertà, della divisa, dello stipendio e i problemi che ha dovuto affrontare sono stati tanti, da quelli più intimi e personali a quelli economici. La revisione del processo, l’assoluzione e il reintegro nell’Arma hanno messo fine al lungo incubo e gli hanno ridato una vita.

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