Carabinieri

GENERALE DELL’ARMA SFRATTATO. INVALIDO, AVEVA CHIESTO UN RINVIO A BREVE E SI È SENTITO MALE

Si è sentito male ed è stato soccorso dal 118 quando la proprietà ha insistito nello sfratto, al primo accesso dell’ufficiale giudiziario. Lui, 87 anni, invalido al 100 per cento, costretto a spostarsi in carrozzella, pienamente cosciente e in grado di mantenere il nucleo familiare, non ha retto allo stress, pur avendo dichiarato la disponibilità a rilasciare l’immobile, in cambio di un rinvio a breve.

Lui è Vincenzo Romano e l’avvocato Sara Serritiello, che lo assiste, ha autorizzato la divulgazione del nome. Un nome noto in provincia perché Romano è un ex generale dei carabinieri. E il legale ha voluto rendere noto il caso per segnalare «la mancanza di solidarietà umana, trattandosi del primo accesso e di una richiesta di rinvio di pochi mesi, soprattutto in presenza di un minore e di un invalido al 100%, l’assoluta mancanza di assistenza da parte dell’amministrazione comunale del luogo».

Siamo alla Castellaccia e lo sfratto della famiglia Romano (il generale, il figlio, la nuora e i loro due figli) è conseguente a una vendita all’asta. L’avvocato spiega di aver chiesto il rinvio della procedura affinché la famiglia possa sistemarsi al meglio altrove. Ma la richiesta non ha avuto seguito e anzi la controparte ha fatto intervenire i carabinieri della stazione di Gavorrano. Poi, aggiunge Serritiello, «l’ufficiale giudiziario provvedeva a chiamare l’ufficiale medico che doveva accertare la trasportabilità o meno della persona invalida ma il predetto non risultava disponibile a recarsi presso l’abitazione dei signori Romano, ciò nonostante il legale di controparte richiedesse fermamente che avvenisse lo sfratto». A questo punto il generale si è sentito male e il figlio ha avvertito il 118: Vincenzo Romano è stato portato in ospedale per controlli cardiologici più approfonditi.

Di fronte a questa situazione, lo sfratto è stato rinviato di un paio di settimane. «Il signor Vincenzo Romano di cui sono portavoce – conclude il legale – a fronte di quanto accaduto, si dichiara profondamente addolorato della mancanza dello Stato nei confronti del quale ha prestato il suo servizio in qualità di ufficiale dell’Arma dei carabinieri, al quale Stato richiedeva un rinvio di pochi mesi per poter sistemare al meglio il proprio nucleo familiare che ancora con dignità e dovere assiste, seppur invalido, in prima persona». (p.s. per il TirrenoGelocal.it edizione di Grosseto)

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