Carabinieri

Foligno, l’accusa: “Il comandante ha chiesto droga a un collega carabiniere”

Una delle ipotesi di reato che la Procura della Repubblica di Spoleto contesta al luogotenente comandante della Stazione dei carabinieri di Foligno iscritto in un fascicolo d’inchiesta che nelle ultime ore ha portato all’esecuzione di diverse perquisizioni, è quella di tentato spaccio di sostanza stupefacente. Cocaina per la precisione. I sostituti procuratori Michela Petrini e Vincenzo Ferrigno, titolari del fascicolo, gli contestano infatti di avere chiesto a un altro carabiniere -in servizio nel perugino – di procurargli circa 150 grammi di cocaina che doveva essere fatta arrivare a una terza persona. Era l’inizio dell’anno. Quel carabiniere, secondo quando emerge, non solo si rifiuta di assecondare la richiesta del luogotenente ma segnala immediatamente la questione.L’annotazione arriva dritta dritta alla Procura di Spoleto guidata dal Procuratore Alessandro Cannevale. La notizia di reato è di quelle da far saltare sulla sedia e, ancora un volta, dopo l’omicidio del carabiniere Lucentini, al centro di un episodio allarmante c’è la caserma di Foligno. Scattano quindi gli accertamenti che, come detto, da giovedì hanno portato all’esecuzione di diverse perquisizioni: in caserma e nelle abitazioni dei due militari indagati.

Al luogotenente, oltre al tentato spaccio viene contestato il falso in atto pubblico e la concussione. Il falso sarebbe collegato a dei decreti di acquisizione di tabulati. Atti giudiziari in cui – sottolinea l’accusa – per fini personali e che nulla avevano a che fare con delle inchieste reali, sarebbero stati apposti dei falsi. Per quanto riguarda invece l’ipotesi di reato di concussione, la Procura contesta al luogotenente – difeso d’ufficio dall’avvocato Gloria Loreti – di avere costretto un uomo di origine albanese agli arresti domiciliari per spaccio di droga a consegnargli 5 mila euro. Tutte accuse che, come ha sottolineato anche il Procuratore Alessandro Cannevale, sono al momento provvisorie e necessitano di un approfondimento proprio degli accertamenti che vengono effettuati in fase di indagini preliminari. “La Procura – si legge nella nota a firma di Cannevale – dovrà valutare, all’esito delle indagini, se la notizia di reato sia fondata”.

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