Carabinieri

Droga, 15 arresti a San Giorgio Jonico: coinvolti due poliziotti penitenziari e un ex maresciallo dei carabinieri

Quindici persone arrestate, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Lecce, perché ritenute appartenenti a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi e munizioni, operante sul territorio di San Giorgio Jonico (Taranto) e comuni limitrofi. Nell’indagine, condotta dal procuratore Milto De Nozza, sono coinvolti anche due agenti della polizia penitenziaria e un ex maresciallo dei carabinieri.

Il lavoro della Dda, con l’operazione portata a termine, ha dato un durissimo colpo al gruppo Lucchese, anche grazie alle rivelazioni giunte da un collaboratore di giustizia già legato alla cosca di ‘ndrangheta “Flachi – Trovato – Schettini” operante in Lombardia. Oggi 4 ottobre, all’alba, è scattato l’intervento dei carabinieri del raggruppamento operativo speciale (Ros), con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri di Taranto e Brindisi, del sesto Elinucleo di Bari, del nucleo carabinieri cinofili di Modugno (BA) e dello squadrone eliportato carabinieri cacciatori Puglia. L’indagine, condotta dai militari del Ros, che rappresenta la naturale prosecuzione dell’omonima operazione «Taros» del marzo 2021, ha documentato l’operatività del gruppo facente riferimento alla famiglia Lucchese di San Giorgio Jonico dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti in una vasta area della provincia di Taranto. Il gruppo criminale gestiva in regime di monopolio, secondo le risultanze delle indagini, il mercato illecito degli stupefacenti dei quali si approvvigionava attraverso una rete di fornitori attiva anche nelle province di Brindisi e Lecce.

Al vertice del gruppo, secondo i Ros, c’è un 48enne di San Giorgio Jonico il quale, oltre ad interessarsi dell’organizzazione generale, curava personalmente i rapporti con i vari fornitori di stupefacente. La presenza nelle conclusioni delle indagini delle presunte responsabilità dei funzionari pubblici, come gli agenti di polizia penitenziaria e dell’ex maresciallo dei carabinieri, indica la capacità di infiltrazione e di condizionamento del sodalizio Lucchese.

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