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DA 35 A 19 EURO. MATTEO SALVINI VUOLE DIMEZZARE LA SPESA GIORNALIERA PER I MIGRANTI

(di Francesca Angeli per il Giornale.it) – Sempre se comuni, prefetti e operatori del settore riusciranno a contenere i costi fino a questo punto. Ma non è questo l’unico obiettivo del vicepremier che punta ad una riforma complessiva del sistema di accoglienza con un duplice scopo: risparmiare sui costi e ridurre le possibilità di ottenere un permesso, limitando la casistica degli aventi diritto. Quello dalla riduzione dei costi per il mantenimento degli stranieri che arrivano sul nostro territorio e restano in attesa di ottenere il riconoscimento dello status di profugo è un chiodo fisso per il ministro dell’Interno che aveva annunciato la sua volontà di rivoluzionare l’organizzazione dell’accoglienza fin dal primo giorno del suo insediamento al Viminale.

Salvini infatti chiese immediatamente agli uffici competenti una ricognizione dei costi e dei meccanismi in tutti gli altri paesi europei. Non siamo il paese che spende di più. Belgio e Finlandia arrivano a circa 50 euro giornalieri ad esempio. Ma c’è indubbiamente chi spende di meno. Francia, Polonia, Austria restano entro i 25 euro. Soldi che non vanno ai migranti ma vengono gestiti dai centri di accoglienza (Cas e Sprar in Italia), che in ogni paese hanno sigle e norme diverse. In sostanza però questi soldi servono a pagare vestiti, vitto, alloggio ma anche alla tutela sanitaria e al sostegno per l’integrazione, ad esempio per i mediatori linguistici. Al migrante vanno in tasca circa 3 euro al giorno.

Il vicepremier ritiene che si spenda troppo e male. Punta a risparmiare grazie ai tagli 400 milioni per il 2019, oltre 500 per il 2020 e oltre 600 per gli anni successivi. Sarà possibile? In questo momento il fenomeno migratorio è in diminuzione e dunque anche le spese conseguenti si ridurranno. L’idea del Carroccio definita anche nel decreto sicurezza è quella di una accoglienza diversificata, potremmo definirla di prima e seconda classe. Soltanto ai migranti ai quali viene riconosciuta una forma di protezione e ai minori verranno garantiti gli «extra», ovvero il sostegno per l’integrazione e i progetti di inclusione sociale. Il Viminale ha firmato un protocollo d’Intesa con l’Anac, l’Autorità anticorruzione. Toccherà quindi a Raffaele Cantone definire il modello per i bandi per le gare d’appalto che saranno poi indette dai prefetti stabilendo appunto una base d’asta per la spesa giornaliera che potrebbe appunto scendere fino a 19 euro ma con una possibilità di oscillare fino a 25. Il provvedimento verrà discusso il 7 novembre al Viminale con tutte le parti interessate: Regioni, Comuni, Province ed operatori del settore.

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