Esteri

Crisi in Medio Oriente, il G7 cerca la de-escalation: Tajani, non siamo spettatori. Sì al dialogo con l’Iran, no ad operazione militare a Rafah

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha affermato che l’obiettivo del G7 è la “de-escalation” in Medio Oriente. Parlando ai giornalisti nella conferenza stampa al termine della riunione dei ministri degli Esteri del G7 a presidenza italiana che si è concluso venerdì (19 aprile) a Capri, Tajani ha sottolineato che i Paesi del gruppo non resteranno “spettatori”.

Tajani ha aggiunto che i ministri hanno ribadito la necessità di una de-escalation nella regione, di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti dal gruppo estremista palestinese e l’invio di aiuti alla popolazione palestinese, osservando che l’obiettivo finale è la soluzione dei due Stati.

“G7 intende svolgere un ruolo politico importante per portare la pace in Medio Oriente”, ha dichiarato Tajani, osservando che quella avvenuta in questi giorni è stata una riunione “molto politica” su cui i ministri hanno trovato una “grande unità d’intenti”, convergendo su tutte le principali questioni internazionali, a partire dalla crisi tra Iran e Israele che ha dominato l’incontro di venerdì mattina a seguito dell’attacco israeliano avvenuto nella notte contro la città iraniana di Isfahan.

Come avviene di solito, Israele non ha rivendicato l’attacco, mentre l’Iran ha minimizzato l’accaduto senza al momento nominare lo Stato di Israele.

“Siamo amici di Israele, difendiamo la sua sicurezza ma chiediamo uno sforzo di moderazione per spegnere il fuoco”, ha detto Tajani.

Tuttavia, l’attacco ha nuovamente suscitato forti preoccupazioni nella comunità internazionale per una possibile escalation tra i due Paesi dopo l’attacco senza precedenti lanciato nella notte tra il 13 e il 14 aprile dall’Iran con centinaia di droni e missili contro lo Stato ebraico.

“Non tutti i Paesi del G7 hanno un’interlocuzione diplomatica con l’Iran, daremo messaggi chiari, come ho fatto con il ministro degli Esteri poche ore prima dell’attacco (contro Israele, ndr) che ribadiscono la nostra posizione politica, il nostro impegno a favore della de-escalation”, ha affermato Tajani.

“Chiediamo anche all’Iran di lavorare per una de-escalation, altrimenti sembra che la responsabilità sia di Israele, mentre è l’Iran che ha attaccato per la prima volta in maniera massiccia Israele”, ha aggiunto Tajani.

Nella conferenza stampa, il ministro degli Esteri ha sottolineato che verrà fatto “di tutto affinché il documento” stilato durante questo vertice “si trasformi in realtà”. “Abbiamo mandato un messaggio chiaro a tutte le parti condannando l’attacco dell’Iran, ma abbiamo invitato tutte le parti a impegnarsi per una de-escalation.  Credo che questo messaggio possa essere recepito dalle parti in causa”, ha sottolineato Tajani.

La condanna degli attacchi iraniani contro Israele

Nella dichiarazione dedicata alla crisi in Medio Oriente i ministri degli Esteri dei Paesi del G7 e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’UE, Josep Borrell hanno condannato l’attacco diretto e senza precedenti dell’Iran contro Israele dello scorso 13-14 aprile.

I ministri hanno anche condannato la situazione nello Stretto di Hormuz condannando l’abbordaggio e il sequestro iraniano, in violazione del diritto internazionale, della nave mercantile battente bandiera portoghese Msc Aries da parte di personale armato. “Chiediamo il rilascio immediato della nave, dei suoi equipaggi e del carico”, si legge nella dichiarazione finale.

I ministri del G7 hanno poi espresso la loro solidarietà a Israele dopo gli attacchi dell’Iran della scorsa settimana, sottolineando che le “azioni dell’Iran segnano un passo inaccettabile verso la destabilizzazione della regione e un’ulteriore escalation, che deve essere evitata”.

“Alla luce delle notizie sui bombardamenti del 19 aprile invitiamo tutte le parti a lavorare per prevenire un’ulteriore escalation. Il G7 continuerà a lavorare a tal fine”. “Chiediamo a tutte le parti, sia nella regione che altrove, di offrire il loro contributo positivo a questo sforzo collettivo”, aggiungono.

Nella dichiarazione finale dedicata al Medio Oriente, i ministri hanno poi chiesto a Teheran di astenersi dal fornire sostegno ad Hamas e dall’intraprendere ulteriori azioni che destabilizzino il Medio Oriente, compreso il sostegno agli Hezbollah libanesi e ad altri attori non statali”.

In particolare, il G7 ha condannato la continua fornitura di armi e materiale correlato da parte dell’Iran ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU 2216 ai ribelli sciiti del movimento Ansar Allah (meglio noti come Houthi), che controllano il nord dello Yemen e che sono responsabili degli attacchi avvenuti a partire dallo scorso novembre contro il naviglio mercantile nel Mar Rosso, oltre che ad altri attori non statuali.

I ministri hanno proseguito sottolineando che riterranno responsabile l’Iran degli attacchi condotti dai gruppi armati affiliati attivi in diverse parti della regione.

“Siamo pronti ad adottare ulteriori sanzioni o adottare altre misure, ora e in risposta a ulteriori iniziative destabilizzanti”, si legge nella dichiarazione.

In un altro passaggio del documento, i ministri degli Esteri del G7 hanno anche esortato Teheran a fermare il proprio programma per l’arricchimento dell’uranio, come segnalato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ai sensi della risoluzione ONU 2231, dicendosi determinati a fare in modo che il Paese “non debba mai sviluppare o acquisire un’arma nucleare”.

I ministri degli Esteri hanno in conclusione espresso preoccupazione per il continuo sostegno dell’Iran alla Russia, in particolare per quanto riguarda l’eventuale fornitura di missili balistici da impiegare nella guerra contro l’Ucraina.

“Chiediamo all’Iran di non farlo, poiché rappresenterebbe una sostanziale escalation materiale nel suo sostegno alla guerra della Russia in Ucraina”, si legge nella dichiarazione, nella quale si precisa che, se l’Iran dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia, il G7 sarebbe pronto a “rispondere in modo rapido e coordinato, anche con nuove e significative misure contro l’Iran”.

No ad una eventuale operazione militare israeliana a Rafah

Il G7 degli Esteri ha anche espresso l’opposizione ad una eventuale operazione a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si sono rifugiati oltre un milione di palestinesi in fuga dal resto dell’enclave dopo le operazioni militari seguite all’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Secondo i ministri degli Esteri, l’operazione a Rafah “avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”.

Condanna anche per le vittime civili frutto dei bombardamenti israeliani a Gaza, che dall’inizio delle operazioni dopo l’attacco del 7 ottobre condotto da Hamas nel sud di Israele hanno superato i 33.000 morti.

“Deploriamo tutte le perdite di vite civili e notiamo con grande preoccupazione il numero inaccettabile di civili, tra cui migliaia di donne, bambini e persone in situazioni vulnerabili, che sono stati uccisi a Gaza”.

I ministri hanno inoltre chiesto “un’azione urgente per affrontare la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza, in particolare la condizione dei civili in tutto il territorio”, chiedendo a Israele di “agire in conformità con i suoi obblighi di diritto internazionale e trattare le persone in modo umano e dignitoso” e di indagare sulle accuse di eventuali abusi o violazioni.

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