Editoriale

Costruire un Futuro Condiviso per l’Umanità: Un’intervista con il Prof. Giancarlo Elia Valori sulla visione Cinese della Comunità Globale

Il Prof. Giancarlo Elia Valori, stimato esperto di questioni internazionali, approfondisce la visione della “comunità con un futuro condiviso”, una proposta cinese per affrontare le sfide globali. La Cina, promotrice di questa visione, sostiene il dialogo, la pace, lo sviluppo congiunto, la sicurezza e la cooperazione vantaggiosa per tutti. Ma come possiamo realmente realizzare questo ideale in un mondo contraddistinto da rapidi cambiamenti tecnologici, unilateralismo e potenziali minacce al cyberspazio? Attraverso quest’intervista, Valori analizza gli ostacoli, i pericoli e suggerisce soluzioni, mettendo in luce l’importanza di costruire un futuro condiviso per garantire la prosperità e la pace globale.

1. La comunità con un futuro condiviso è una proposta cinese per affrontare congiuntamente le sfide globali e creare un futuro migliore per l’umanità. Nell’ambito di questa proposta, la Cina sostiene l’adesione al dialogo e alla consultazione, la costruzione di un mondo di pace duratura, l’adesione allo sviluppo congiunto e ai benefici condivisi, la costruzione di un mondo di sicurezza universale, l’adesione a una cooperazione vantaggiosa per tutti, la costruzione di un mondo di prosperità comune, l’adesione agli scambi e all’apprendimento reciproco, alla costruzione di un mondo aperto e inclusivo, all’adesione allo sviluppo verde e a basse emissioni di carbonio, alla costruzione di un mondo pulito e splendido. Questa è la bella visione della comunità con un futuro condiviso per l’umanità presentata dalla Cina nella nuova era. Può condividere la sua visione della comunità con un futuro condiviso per l’umanità? Perché il mondo ha bisogno di costruire una tale comunità?

Il mondo sta attraversando grandi cambiamenti mai visti in un secolo: da un lato, la tendenza storica verso la pace – o per meglio dire la coscienza di eliminare almeno irreparabili conflitti mondiali, esiziali per il pianeta – lo sviluppo, la cooperazione e il vantaggio reciproco è inarrestabile. D’altro canto, l’egemonismo e il bullismo fra Paesi e popoli causano gravi danni, e la comunità internazionale si trova ad affrontare sfide senza precedenti e il mondo si trova ancora una volta al crocevia della storia. Costruire una comunità con un futuro condiviso è un argomento fondamentale per l’umanità. Aiuta la comunità internazionale ad affrontare le nuove sfide dei grandi cambiamenti e a lavorare insieme.

Inoltre è necessario l’obiettivo strategico di conformarsi alla tendenza dei tempi. Oggigiorno avanza una nuova rivoluzione scientifica e tecnologica rappresentata dall’informatica. Internet ha trasformato il mondo e la comunità internazionale è diventata sempre più stretta. Per cui un futuro va condiviso anche nel cyberspazio, vale a dire uno sviluppo comune, un rafforzamento della sicurezza, e la partecipazione comune alla governance e l’impegno alla condivisione comune dei risultati. Responsabilità e interessi a vantaggio di tutta l’umanità è uno dei primi obiettivi strategici.

Però se è vero che Internet ha effettivamente promosso il progresso della civiltà umana, allo stesso tempo ha portato con sé una serie di nuove minacce e sfide alla sovranità dei Paesi e dei popoli, alla sicurezza e agli interessi di sviluppo di ogni Stato. L’egemonismo e le politiche di potere nel cyberspazio sono diventati sempre più evidenti. Il protezionismo e l’unilateralismo hanno continuato ad aumentare. Gli attacchi e i crimini informatici stanno diventando sempre più gravi. Sono necessari il rispetto della sovranità della rete, il mantenimento della pace e della sicurezza, la promozione della cooperazione aperta e la costruzione del buon ordine, che forniscono una guida per costruire una comunità con un futuro condiviso nel cyberspazio. Non dimenticando i progressi nell’ambito della tecnologia dell’intelligenza artificiale che – il Cielo non voglia! – si trasformi in una nuova arma letale degli uni contro gli altri.

Un ulteriore passo per un futuro condiviso è migliorare il benessere umano. Occorrono inoltre: scambi culturali per promuovere la conoscenza e l’apprendimento reciproco; lo sviluppo innovativo dell’economia a favore della prosperità comune; garantire la sicurezza internazionale e favorire uno sviluppo ordinato; costruire un sistema di governance globale basato sullo jus gentium, che dall’inizio degli anni Duemila è entrato in crisi; rafforzare l’autorevolezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, i cui documenti sin troppo spesso sono solo carte stracce e null’altro; far avanzare l’equità e la giustizia affinché si fornisca un approccio pratico e un percorso di pace.

2. Nel contesto di unilateralismo, protezionismo ed egemonismo che incidono continuamente sull’ordine internazionale, perché risuona il concetto di costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità?

L’unilateralismo si riferisce a un certo potere importante che, indipendentemente dai desideri della maggioranza dei Paesi e dei cittadini, da solo o prende l’iniziativa di ritirarsi o di sfidare le norme e i regolamenti che sono stati formulati e negoziati per mantenere la pace internazionale, regionale e collettiva. Questi sistemi, comportamenti e tendenze hanno effetti e conseguenze distruttive sulla pace, sullo sviluppo e sul progresso globale o locale. Per cui è necessaria la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, in modo che si aderisca alla direzione di opposizione al protezionismo e all’unilateralismo, e contribuisca a promuovere il processo di liberalizzazione del commercio e di facilitazione degli investimenti a livello mondiale, per servire il principio di non discriminazione fra le Genti.

Come noto, invece l’egemonismo si riferisce all’oppressione, al dominio, all’interferenza e alla sovversione dei Paesi piccoli, deboli e poveri da parte di Paesi grandi, potenti e ricchi. Esso non rispetta l’indipendenza e la sovranità degli altri ed esercita controllo e governo con la forza. L’egemonismo include quello mondiale e il regionale. Nei tempi moderni, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi (l’allora Repubblica delle Sette Province Unite, 1581-1795), Inghilterra (dal 1801 Regno Unito), Francia, Germania, Russia/URSS/Russia, Giappone e Stati Uniti d’America hanno tutti tentato di conquistare l’egemonia mondiale, poi ridipinta da alcuni dei predetti sotto la veste di criptato neocolonialismo. Che dire in merito all’egemonismo? Appunto basti leggere la Storia, e per mantenere la pace l’unica soluzione è contrastarlo.

3. Il mondo sta attualmente attraversando un periodo di grande sviluppo, trasformazione e aggiustamento. Ci sono molti fattori positivi per il progresso umano, ma anche molte difficoltà e sfide. Quali nuove idee può fornire il concetto di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità per la governance globale?

A questa domanda ho replicato alla prima risposta.

4. Quali sono i maggiori ostacoli e sfide che dobbiamo affrontare nella costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità? Di fronte alla formazione di circoli esclusivi e di scontri da parte dei paesi occidentali, come dovrebbero i paesi di tutto il mondo lavorare insieme per promuovere la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità?

Non si può fare un elenco casistico, puntuale ed esaustivo di pericoli, ostacoli e sfide. Però una cosa va detta.

Unire le forze per costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità è un requisito realistico ed è l’unica scelta legata alla sopravvivenza e allo sviluppo del genere umano. Realizzare una comunità con un futuro condiviso per l’umanità è una tendenza importante nello svolgimento storico ed è inevitabile, tuttavia, il raggiungimento dell’obiettivo non avviene dall’oggi al domani e richiede un processo lungo e difficile.

In condizioni reali, la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità non solo affronta la sfida delle differenze nel pensiero strategico, dei valori culturali e della forza globale tra i Paesi di tutto il mondo, ma anche i rischi dei conflitti di interessi fondamentali nello scenario internazionale. È necessario comprendere queste sfide reali in modo razionale e obiettivo; proporre strategie di risposta mirate; prendere l’iniziativa per una rapida soluzione delle crisi; aprire nuove situazioni nei cambiamenti; massimizzare i vantaggi; evitare gli svantaggi; e approfondire pratiche costruttive che escludano soluzioni belliche. Solo in questo modo possiamo percorrere la via dei progressi costanti.

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