Editoriale

CONCORSI: I POLIZIOTTI NON POSSONO BARARE

(di Michele Rinelli) – Questo è un paese che ha bisogno di speranza, correttezza, trasparenza e meritocrazia.
La decisione del Capo della Polizia di annullare la prova scritta per l’arruolamento di 559 Allievi Agenti sostenuta nel maggio scorso è indubbiamente un segnale positivo che va in questa direzione e che con ogni forza e tanta determinazione dobbiamo cercare di sostenere, come poliziotti e come cittadini. 


Un paese che vuole cambiare lo deve fare innanzitutto dalla mentalità delle persone, da una condivisa cultura di rinnovamento che abbracci il concetto di merito, senza sotterfugio, senza aiuti, senza ipotetiche tangenti o reciproci favori: se vali vai avanti, se non vali ti impegni a valorizzarti!

E’ stata indubbiamente una decisione forte, senza precedenti, quella del Prefetto Gabrielli che sin dagli inizi del suo incarico come Direttore Generale della Pubblica Sicurezza ha immediatamente dato un’ impronta nuova, tracciando finalmente (e diciamolo ne avevamo bisogno)  il solco per un nuovo corso fatto di reale rinnovamento e impegno concreto verso tutti i poliziotti italiani. Nella stessa circolare, dove viene decretata la ripetizione della prova scritta, lo stesso Prefetto annuncia avvicendamenti all’ufficio concorsi del Ministero degli Interni, un provvedimento grave ma che certifica la volontà, evidente da tempo, di un cambio di passo.

La Polizia di Stato ha bisogno di giovani validi, capaci, preparati e motivati, persone che certo aspirano a un sicuro posto di lavoro, ma non solo, uomini e donne che in fondo non possono non nutrire un briciolo di passione per un mestiere avaro di soddisfazioni capace di regalarti un ventaglio di opportunità che nessun’altra professione può dare. Entrare barando non è un buon biglietto da visita per un aspirante agente, anzi…  diventa anche più difficile selezionare individui con una adeguata cultura, i tempi del poliziotto che sa parlare solo il dialetto, incapace di vedere oltre le vie del proprio paesello sono finiti da tempo, e se ancora questi ci sono, purtroppo, sono assai pericolosi!

Ma la cosa più importante è che l’Italia e i suoi giovani hanno bisogno di sperare, di credere che non esista solo il sotterfugio, la raccomandazione, la bustarella, è difficile pensare di poter debellare completamente questa  piaga senza che l’Italiano nel suo più intimo credo non cambi approccio. E ai nostri giovani, ai nostri figli, dobbiamo insegnare e dimostrare (la cosa più difficile) che cultura e sacrificio sono le uniche chiavi per il successo e che non esiste merito, non esiste obbiettivo perseguibile senza la leale e faticosa competizione fatta di studio, di professionalità acquisita, di esperienza.

Qualche tempo fa abbiamo sperato in un vero cambio: rapido, effettivo, eclatante.
Ci hanno inebriato con parole come merito, carriere dal basso, valorizzazione del singolo e della sua professionalità, oggi annullano una prova concorsuale di una forza di polizia per brogli….non si può diventare poliziotti con queste premesse…”Italiani”, purtroppo, già lo siamo!

Speriamo quindi che il Prefetto Gabrielli possa fare rigoroso ordine nel mare magno dei concorsi in polizia, tutti i concorsi, nessuno escluso.

In Giacca Blu

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