Carabinieri, Teo Luzi: “Il Valore della Fedeltà. Il giuramento è sacro, non ammette condizioni e incertezze”
“Si chiamava Vittorio lacovacci. Lo ricorderete, era il carabiniere ucciso in Congo lo scorso anno difendendo il “suo” ambasciatore Luca Attanasio. Domani, nel giorno della Festa dell’Arma, sarà insignito della Medaglia d’Oro al valor militare e alla memoria. Ho scritto “si chiamava”, ma forse avrei fatto meglio a dire “si chiama”, perché Vittorio lacovacci, come tutti i nostri colleghi caduti, vive e continuerà a vivere nel nostro ricordo, nel nostro affetto, nella nostra riconoscenza, nella vicinanza dell’intera famiglia dell’Arma alla sua famiglia. Vorrei dedicare a lui la celebrazione del 208′ anniversario della fondazione dell’Arma dei carabinieri, senza enfasi e senza retorica, Vittorio ha infatti “semplicemente”, e questo avverbio racchiude in sé un significato ideale e morale immenso, onorato il giuramento di fedeltà allo Stato prestato al momento di indossare gli alamari.” E’ quanto scrive il Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri Teo Luzi.
Lo fece nel 1834 Giovanni Battista Scapaccino, la nostra prima Medaglia d’Oro al valor militare; Io ha fatto Carlo Alberto Dalla Chiesa, di cui celebreremo in settembre il quarantennale del suo sacrificio; lo hanno fatto Maurizio Sabbatino e Sebastiano Giovanni Grasso, che porteranno per sempre sul propri corpi i segni della scelta di non sottrarsi al dovere. Lo hanno fatto i nostri tantissimi decorati al Valore e al Merito di ogni tempo e lo fanno ogni giorno, silenziosamente, tutti i colleghi dell’Arma, le donne egli uomini di ogni grado che rispettano quel giuramento. Per noi carabinieri il giuramento non è una formalità, non è un rituale. Il giuramento è sacro e, come tale, non ammette né condizioni né incertezze, così guidando il nostro cammino con la consapevolezza di dover affrontare sacrifici e rischi, compreso quello della vita. Questa è la pietra angolare su cui si fonda l’Arma, con le sue tradizioni e la sua storia; questo è quanto tramandiamo alle nuove generazioni di carabinieri, perché è ad esse, espressione del nostro domani e della nostra certezza di continuare a essere un riferimento per gli italiani, che consegniamo fiduciosi il testimone dei nostri valori, perpetuati attraverso una formazione attenta, e di cui, quest’anno, ricorre un anniversario di grande significato: duecento anni fa, a Torino, si costituì il Deposito allievi, da cui ebbero origine le Scuole dell’Arma. Non è un caso che proprio in un Reparto d’istruzione, la Scuola allievi di Roma, sia custodita la nostra Bandiera, alla quale, domani, finalmente salutata dal pubblico dopo il forzato Isolamento Imposto dalla pandemia, sarà conferita la Medaglia d’Oro al merito civile per l’impegno in favore dell’ambiente. Si tratta di un riconoscimento di straordinaria rilevanza, per le crescenti professionalità ed energie che abbiamo dedicato alla sopravvivenza delle biodiversità per concorrere, così come contemplato dall’art. 9 della Costituzione, alla “promozione dello sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni”. Un impegno, quello della tutela del territorio e dell’ambiente, che affrontiamo forti di una capacità tecnica e di una forza operativa prive di eguali in altri Paesi e ancor più sollecitate dagli annunciati scenari di una crisi alimentare di portata epocale, causata dai danni dei cambiamenti climatici e aggravata dagli effetti del blocco delle filiere alimentari globali, quale ulteriore conseguenza del conflitto russo-ucraino. I Carabinieri ci sono. Nel contrasto della delittuosità, nella pacificazione in aree di crisi, nelle missioni militari, negli organismi di cooperazione Internazionali, nella sicurezza delle sedi diplomatiche e nelle attività umanitarie, la fiamma dell’Arma rassicura e protegge. I Carabinieri ci sono con capacità operative sempre più evolute per contrastare le evoluzioni dei fenomeni criminali, la cui transnazionalità si accompagna a una crescente e diffusa attitudine all’uso della dimensione Cyber. Da 208 anni i Carabinieri sono al fianco degli italiani, a partire dai presidi più vicini al cittadino, le Stazioni, che partecipano con sensibilità alla vita stessa delle comunità, incarnando orgogliosamente la presenza dello Stato. È nell’Italia degli ottomila Comuni che si rinviene l’eccezionalità dell’Arma, con i suoi comandanti di Stazione, la cui figura, raccontata da indimenticabili pagine di narrativa, cinema e arte, resta un punto di riferimento irrinunciabile per il nostro straordinario Paese!
Teo Luzi – Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri
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