Carabiniere sindacalista trasferito per aver denunciato le “storture” del Reparto
Il trasferimento punitivo appare come un tentativo di imbavagliare la voce dissidente. È quanto emergerebbe da un cominicato del Nuovo Sindacato Carabinieri.
Antonio Parrella, segretario nazionale amministrativo del Nuovo Sindacato Carabinieri e in forza al reparto scorte di Napoli, conosciuto per la sua attività sindacale volta a denunciare le storture presenti nel reparto scorte è stato colpito da un provvedimento di trasferimento immediato per “incompatibilità ambientale”.
Il sindacalista si è impegnato in varie occasioni, riuscendo a risolvere questioni di interesse collettivo che gravavano da tempo sulla maggior parte del personale in forza al predetto nucleo, tutte di carattere amministrativo e operativo che comportavano evidenti ricadute sul benessere stesso del personale nonché sulla loro gestione economica attese le spese che gli stessi erano costretti ad anticipare.
Sarebbe proprio questa la ragione per la quale il nuovo ufficiale reggente avrebbe imposto al personale un sistema di gestione conseguente agli interventi, adottando modalità di servizio limitative che hanno posto in disagio lo stesso personale anche nei confronti delle personalità che quotidianamente vengono protette.
Modalità operative che hanno generato perplessità nel personale proprio perché comunicate mediante app di messaggistica istantanea e non con ordini chiari. Un elemento continuato nel tempo, peraltro in disaccordo a quanto più volte ribadito dal Comando Generale che, con più circolari ha invitato i militari a considerare le predette app come uno strumento di comunicazione non sicuro proprio perché, la loro vulnerabilità rappresenta un rischio che potrebbe disvelare a malintenzionati informazioni di natura sensibile, facilitando progettualità offensive anche di natura terroristica.
Storture a discapito della sicurezza come la critica sindacale per l’utilizzo di personale non specializzato per sopperire alle numerose esigenze. Una circostanza rischiosa nei confronti delle personalità che usufruiscono del servizio, nonché degli stessi carabinieri impiegati.
Ecco come le critiche sindacali che evidenziano le storture ai danni del benessere nonché della sicurezza dei lavoratori in uniforme, una prerogativa sindacale ad oggi riconosciuta ai militari, diviene per i vertici un mezzo punitivo per imbavagliare chi tutela i propri colleghi.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri, su tutto il territorio nazionale dice no al bavaglio ed è pronto a sostenere e a tutelare in ogni sede, con ogni mezzo riconosciuto dalla legge, il proprio collega e dirigente sindacale e per affermare ancora una volta, il principio di democrazia alla base delle organizzazioni sindacali. Concetto, quello di democrazia, ancora una volta snaturato dalla nostra Amministrazione.
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