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BASTA CHIACCHIERE. A LUGLIO SI PARTE CON LE TELECAMERE PER RIPRENDERE I CORTEI A RISCHIO SCONTRI

Basta chiacchiere.
Basta poliziotti “cornuti e mazziati”, presi a botte a ogni manifestazione, e
devono pure passare per fessi, e zitti e mosca.

Da luglio si passa ai fatti.
Dal primo giorno del mese prossimo la polizia in servizio di ordine pubblico
scenderà in piazza con le telecamerine appuntate sul petto, che registreranno
gli eventuali tafferugli. Dopo gli annunci e le polemiche, la sperimentazione
annunciata prende il via. L’annuncio con una riunione tra il ministero degli
Interni e i sindacati dalle forze dell’ordine, a cominciare dal Sap il primo a
chiederle. La prova durerà sei mesi, dall’estate a gennaio.


Dagli scatoloni stanno per uscire fuori 160 mini telecamere che verranno
fornite per la fase sperimentale ai Reparti Mobili, i “celerini”, di quattro
città: Roma e, insieme con la Capitale, le altre città calde: Torino, Milano e
Napoli. Le “spy pen” potranno essere applicate sul gilet tattico dei poliziotti
per riprendere i momenti caldi degli scontri. Uno strumento tecnologico che,
nelle intenzioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che ieri ha
presentato la circolare che dà avvio alla sperimentazione, si inquadra in un
piano per ottimizzare i contributi operativi, «con il fine – si spiega – di un
efficace strumento di prevenzione a tutela delle persone e del regolare
svolgimento della manifestazione».
Il compito di dare “il ciak si gira” sarà affidato al «funzionario che impiega
la squadra dotata di microtelecamere al primo segnale di criticità ed al
termine le immagini raccolte saranno prese in consegna dalla Polizia
Scientifica» si spiega. Le microtelecamere consentono la «visione notturna»,
hanno una «scheda di memoria» in grado di operare, in registrazione continua,
per almeno «quattro ore».
Stanno per essere inviati ai «Reparti Mobili indicati, dei documenti di
disciplina tecnica, per acquisire le conoscenze per l’uso ottimale dei dispositivi»,
mentre «sarà compito dei capi-squadra indicare, al termine del semestre
sperimentale, contributi e suggerimenti per un miglioramento degli aspetti
operativi, in ottica di un utilizzo esteso della tecnologia».
Il segretario generale nazionale della Consap (la Confederazione sindacale
della polizia) Giorgio Innocenzi presente alla riunione di ieri commenta
positivamente l’innovazione: «La inquadriamo in un lodevole tentativo
dell’Amministrazione di assicurare una maggiore tutela agli operatori, ampliando
le aree di controllo visivo dell’evento. Deve essere chiaro che – premette –
nessuno dei colleghi va in piazza per “spaccare teste”, ma è altrettanto
cristallino che nel contesto di un servizio, lungo, delicato e pericoloso, si
possano verificare episodi spiacevoli». Un appello poi Innocenzi lo rivolge
alla magistratura affinché «riconosca – dice – l’apertura al confronto che la
Polizia fa, dotandosi di questo testimone oculare tecnologico». E dopo la fase
sperimentale cosa succederà? «Se tutto va bene – risponde il segretario
generale Consap – si implementerà la dotazione tenendo conto dei suggerimenti
operativi, ma deve essere chiaro che i sindacati di polizia sono stati relegati
in una posizione di osservatori esterni – lancia la stoccata togliendosi un
sassolino dalla scarpa – sono stati informati solo una volta che era già stato
deciso tutto, quindi saremo osservatori di quanto potrà succedere, pronti a
denunciare qualora la nuova disciplina operativa dovesse recare disagio o danno
ad uomini e donne della Polizia di Stato». A buon intenditor…
il tempo.it

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