Sindacati Militari

ASPMI, “Il Governo deve investire sugli straordinari delle Forze Armate, è in gioco la sicurezza nazionale”

In questi giorni di riflessione sulla Legge di Bilancio 2024, dove al Senato è in programma la votazione degli emendamenti alla manovra, ASPMI si aspetta una modifica all’articolo 65 recante “Misure per la prosecuzione del concorso delle Forze armate nel controllo del territorio e per il potenziamento e l’ammodernamento di mezzi, sistemi e dispositivi per la sicurezza”.

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“In particolare, a non soddisfare questa Associazione – sottolineando i fondatori di ASPMI Francesco GENTILE e Leonardo MANGIULLI è l’intervento sugli straordinari, in quanto non sufficiente a risolvere i problemi che da anni attanagliano l’Esercito Italiano. Come confermato dalla stessa relazione tecnica alla manovra, con il suddetto articolo vengono stanziate le risorse per adeguare per il 2024 il monte ore pro-capite di straordinario del personale impiegato nei servizi di vigilanza di siti e obiettivi sensibili (Operazione Strade Sicure) portandolo da 47 a 55 ore mensili. Per quanto rappresenti un passo in avanti, siamo però lontani da una soluzione soddisfacente che noi di ASPMI abbiamo individuato in almeno 70 ore di straordinario indennizzabile a cui aggiungere il pagamento della metà dei giorni di recupero festività. Una soluzione che non solo assicurerebbe al personale un adeguato trattamento economico per il lavoro svolto, ma che andrebbe anche a contrastare il fenomeno per cui il crescente impiego nell’ambito delle attività per la sicurezza delle città sta togliendo forza a quello che di fatto dovrebbe essere l’obiettivo primario dell’Esercito Italiano: la difesa dei confini.

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D’altronde è la stessa relazione tecnica a dirlo, specificando che al termine del periodo di impiego nell’Operazione Strade Sicure, pari a 6 mesi, il personale in media accumula 105 ore di eccedenza all’orario di lavoro e 40 giorni di recupero per festività e giorni non lavorativi. In totale sono 55 giorni di assenza dal servizio, a cui vanno aggiunti i periodi in cui i militari sono impiegati nello svolgimento delle attività propedeutiche all’impiego nell’Operazione. Il che comporta inevitabilmente delle ricadute sull’operatività dello strumento militare, “in considerazione della insufficiente alimentazione effettiva dei reparti che non consente lo svolgimento di ulteriori attività operative istituzionali in Patria e fuori dal territorio nazionale”. Il tutto in un periodo storico in cui lo scenario internazionale è quanto mai incerto. Abbiamo davvero deciso di barattare la sicurezza dei confini con quella delle singole città (dove tra l’altro i dati ci dicono che l’intervento straordinario dell’Esercito Italiano non era così necessario come si dice)? Confidiamo –  concludono i sindacalisti – che il Governo ci smentisca, accogliendo le nostre richieste già in Legge di Bilancio 2024: la posta in gioco è troppo alta, non possiamo permetterci di avere uno strumento militare a mezzo servizio.

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