AGGUATO AI MILITARI IN LIBANO, LA CONFERMA DEL GENERALE COMANDANTE DELL’UNIFIL
Agguato a una pattuglia di ‘caschi blu’ italiani dell’Unifil, nel sud del Libano, al confine con Israele. Nessun ferito. L’episodio è avvenuto martedì, vicino alla base Onu di Naqura dove ha sede il comando della missione, che conta circa 10.000 caschi blu, di cui oltre 1.000 italiani. Un blindato Lince è stato bloccato durante un pattugliamento di routine. Due vetture hanno accerchiato i militari italiani esplodendo diverse raffiche di kalashinikov ad altezza d’uomo. I miliziani hanno saccheggiato il mezzo blindato rubando la mitragliatrice e alcuni giubotti antiproiettili e sono fuggiti con il bottino.Non vi sono elementi che facciano pensare ad una responsabilità dell’Is. Secondo fonti dello Stato Maggiore della Difesa, sono in corso indagini da parte delle autorità libanesi per far luce sulla dinamica dei fatti. Un attentato a Beirut, per mano dell’is, era avvenuto pochi giorni prima della strage di Parigi causando 41 morti e oltre duecento feriti. L’area in questione vede una forte presenza di miliziani sciiti di Hezbollah, che controllano il territorio rendendo quindi molto difficile un’infiltrazione di terroristi sunniti dell’Is o di Al Qaida.
“Un incidente che ha coinvolto un mezzo Unifil del contingente italiano”, ha dichiarato genericamente il portavoce della forza dell’Onu, Andrea Tenenti, aggiungendo che sul fatto è in corso un’inchiesta. Il comandante dell’Unifil, il generale italiano Luciano Portolano, “condanna l’episodio insieme con le autorità libanesi”, ha aggiunto Tenenti.
Si tratta della terza aggressione contro il contingente italiano in pochi giorni. Un episodio simile lo scorso 11 settembre. Sintomo, questo, di quanto sia alta la tensione anche in queste zone.